L’AQUILA – “I fondi per i prossimi 3 anni per la ricostruzione dell’Aquila e dei comuni presenti nel cratere colpito dal sisma ci sono”: lo ha detto il ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca nel corso di un’audizione in commissione Ambiente di Montecitorio, precisando di “non essere interessato a coperture di spesa da qui ai prossimi 10 anni,

“CARTE RISTAGNATE A LUNGO SU TAVOLI DEI TECNOCRATI”


“A lungo le carte relative al terremoto dell’Aquila sono ristagnate sui tavoli dei tecnocrati. C’è poi – ha denunciato il ministro – un problema di fluidità limitata sia a Roma sia a livello locale, e ciò ha frenato spesso la soluzione dei problemi”. L’Aquila “vive in sofferenza perché non capisce la lentezza dei lavori o cosa succede nel centro storico”.

 

“MIGLIORARE SISTEMA INFORMATIVO E SNELLIMENTO GOVERNANCE”


Per migliorare il quadro della ricostruzione del dopo terremoto in Abruzzo serve “un migliore sistema informativo e lo snellimento del sistema della governance”: questi due degli ingredienti suggeriti da Barca nel corso dell’audizione. Un miglior sistema informativo, “esauriente, affidabile e trasparente, è utile – ha detto il ministro – per assicurare le giuste notizie sullo stato di attuazione fisica e finanziaria degli interventi”.

 

“ACCRESCERE RIGORE NELLA GESTIONE DELLE RISORSE”


È poi anche necessario “stabilire un flusso di comunicazione esauriente e tempestiva tra cittadini e istituzioni, elaborare previsioni sulle esigenze di spesa nei prossimo anni e accrescere il rigore nella gestione delle risorse e nella realizzazione degli interventi”.

Secondo quanto riferito da Barca, al 28 febbraio 2012 la popolazione che non era ancora rientrata nelle proprie abitazioni ammontava a circa il 50 per cento tra quella rimasta senza tetto dopo il sisma del 6 aprile 2009; di questa circa due terzi si trovava in situazioni alloggiative a carico dello Stato e un terzo fruiva di un contributo di autonoma sistemazione’.

 

“STM DICE CHE AL 31 AGOSTO FILIERA CONCLUDE ISTRUTTORIA”


Ad oggi, ha ricordato Barca, “rispetto al totale stimato di costo dei progetti di ripristino da finanziare sono stati concessi contributi definitivi per il 42 per cento. Secondo le previsioni della struttura tecnica di missione, ha detto ancora Barca, vi sarebbero le condizioni perché entro il 31 agosto prossimo sia conclusa, da parte della ‘filiera’, l’istruttoria di tutte le domande di contributo per la ricostruzione di abitazioni”.

“Per il solo comune dell’Aquila – ha aggiunto ancora all’Ansa – è stato di appena il 29 per cento il totale delle domande presentate che ha ottenuto il contributo definitivo per effettuare i lavori di edilizia privata”.

‘Tutto ancora da avviare’, ha annunciato ancora il ministro, ‘il processo di istruttoria delle pratiche finalizzate all’erogazione di contributi per la ricostruzione degli immobili privati situati all’interno dei centri storici’. E questo perche’ i Comuni ‘non hanno concluso la procedura di approvazione definitiva dei piani di ricostruzione, a differenza di 22, tra cui anche quello dell’Aquila, che hanno adottato piani di ricostruzione’. Sarebbe infine in fase avanzata il processo di istruttoria delle pratiche per l’erogazione di contributi per la ricostruzione delle case private situate al di fuori dei centri storici.

 

CIALENTE SCRIVE A MONTI E NAPOLITANO


Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha inviato una lettera, in cui sollecita interventi normativi in favore del Comune, al premier Mario Monti, al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al ministro per la Coesione, con delega alla Ricostruzione dell’Aquila, Fabrizio Barca, al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e all’ex sottosegretario Gianni Letta.
Il primo cittadino avanza, in particolare, una serie di proposte di deroga alle normative vigenti in materia di enti locali e bilancio.

“La situazione al Comune dell’Aquila – scrive Cialente nella nota – è assolutamente insostenibile. Abbiamo attualmente solo 383 dipendenti, pochissimi dei quali con ruoli apicali e di coordinamento. Siamo inoltre nell’impossibilità di procedere ad ulteriori assunzioni, poiché il personale del Comune viene sommato, ai fini del piano delle risorse umane, a quello delle società partecipate. Tutto ciò rende impossibile, ripeto impossibile – sottolinea il sindaco – far fronte al carico di lavoro complessivo post sisma, in clima da vero e proprio dopoguerra.

Non vi è settore comunale che non abbia a rispondere alle esigenze dei cittadini, che si sono moltiplicate in maniera esponenziale. Torno a pregare il Governo di derogare l’obbligo di abbattimento, rispettivamente del 20 e del 50 per cento, delle previsioni di spesa per le annualità 2011 e 2012 rispetto a quelle sostenute nel 2009. In quell’anno, infatti, è come se il Comune dell’Aquila non fosse affatto esistito, privo, pertanto, di capacità di spesa.

Vi è stata infatti – ricorda Cialente – una gestione totalmente a carico della Protezione civile. In questi anni sia io che gli assessori comunali abbiamo persino dovuto sostenere personalmente le spese di rappresentanza e quelle di missioni. Chiedo pertanto che la riduzione di spesa venga calcolata rispetto alle annualità 2007 e 2008, quando si viveva in una lontana e meravigliosa normalità. In altre parole – prosegue il sindaco – chiediamo una sorta di piano Marshall normativo poiché altrimenti, come Comune, siamo praticamente ingessati.

Abbiamo già pagato e paghiamo un prezzo terribile, dal momento che i cittadini fanno fatica a comprendere, e per noi stessi è difficile spiegare, le difficoltà della macchina comunale, le sue mancanze e i suoi ritardi. Una volta, poi, conosciute le cause normative alla base dei problemi, i cittadini mi rimproverano, e ci rimproverano come amministrazione, di non aver fatto abbastanza per convincere il Governo, sinora sordo ad ogni mio appello, a modificare norme difficili da spiegare e impossibili da giustificare”.

“I costi dei provvedimenti – precisa Cialente – sono minimali e, in gran parte, coperti dallo stesso Comune. Ripeto: occorre che si comprenda che L’Aquila viva ancora una fase di assoluta emergenza e che parlare di progressivo ritorno alla normalità suona quasi offensivo, soprattutto se si considera che stiamo pagando, duramente e sulla nostra pelle, gli errori del precedente Governo e della struttura commissariale nominata da quest’ultimo.

Il Ministro Fabrizio Barca mi ha chiesto di evitare, d’ora in poi, polemiche e recriminazioni, parlando di un nuovo corso: sono il primo a volerlo fare, purché si rimuovano gli errori e le inefficaci azioni del passato. Credo che sia il caso di prendere in considerazione l’opportunità di inserire queste deroghe in un apposito decreto o in un legge apposita. Ma chiedo che questo avvenga con urgenza poiché la situazione è ormai di completa emergenza e allarme.

Mi rendo conto che anche altri enti locali rappresentano simili esigenze ma, ripeto, nessuno vive una situazione drammatica come la nostra, con ancora 30mila persone fuori casa, oltre 300 ancora negli alberghi, circa 20mila domande per la riparazione delle abitazioni più danneggiate ancora senza risposta, domande che diverranno 80mila nel corso degli iter successivi, oltre ad una situazione economica e occupazionale al collasso. Io, la giunta che guido e i dipendenti comunali ce la stiamo mettendo tutta, – conclude Cialente – ma in queste condizioni non possiamo farcela”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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