L’AQUILA – “Dal primo gennaio di quest’anno e’ in vigore la legge, approvata su proposta del Consigliere Saia, che impone alla Regione Abruzzo di non far pagare il ticket quando il costo della prestazione sanitaria, previsto da un tariffario nazionale, e’ inferiore alla somma che i cittadini versano quale compartecipazione (ticket). In soldoni, l’ammalato che si sottopone ad esami medici paga spesso piu’ di quanto e’ indicato nel tariffario nazionale”.
Lo afferma Cesare D’Alessandro, vice capogruppo regionale dell’Idv. “Cio’ – prosegue – avviene per disattenzione dei medici, per disinformazione dei cittadini, ma soprattutto perche’ Chiodi si e’ ben guardato dal dare disposizioni a tutte le ASL di non riscuotere dai cittadini somme superiori all’intero costo, tariffato sul Piano nazionale, delle prestazioni richieste sull’impegnativa medica.
L’elenco delle prestazioni sanitarie per le quali il ticket risulta superiore al costo stabilito dalla legge e’ molto lungo e va dalle visite specialistiche a molti esami di laboratorio, dagli esami radiologici (quali RX torace, scheletro) a spirometria e tanti altri. Ma perche’ Chiodi, quando si e’ trattato di inasprire il ticket di ulteriori dieci euro nel corso del 2011, e’ stato piu’ veloce del vento, mentre ora che si tratta di impedire che venga consumata una vera e propria truffa ai danni di soggetti ammalati, deboli e spesso indifesi, e’ piu’ lento di una tartaruga ad applicare una legge gia’ in vigore?
E i direttori generali delle ASL – si chiede sempre l’esponente dell’Idv – lo sanno che le leggi vanno applicate e basta? Che aspettano a dare le necessarie disposizioni ai CUP (Centri di prenotazione) affinche’ i cittadini paghino solo cio’ che e’ dovuto? Ormai non c’e’ piu’ nulla di cui stupirsi! Chiodi, d’altro canto – conclude D’Alessandro – sostiene oggi un Governo che agli anziani non da’ piu’ le medicine gratuite, ma in compenso da’ loro un gratuito conto corrente bancario.