L’AQUILA-Dubbi, pesanti dubbi, sul concorso per dirigenti che l’amministrazione comunale vuole fare svolgere proprio alla scadenza del mandato, ossia un mese prima delle elezioni di maggio.
E’ legittimo il concorso, si chiedono i due consiglieri del Mpa Emanuele Imprudente e Antonello Passacantando? Come mai questa tempistica singolare?
E soprattutto: il Comune non rischia di mettere a repentaglio “la normativa che riguarda i limiti dell’assunzione di personale”?
Insomma era proprio necessario un concorso del genere quando si è alle prese con una serie di problemi che riguardano il rinnovo del contratto, ormai in scadenza, a oltre duecento precari fondamentali per le pratiche della ricostruzione?
Gli interrogativi, insomma, non sono pochi. C’è addirittura chi dice che non era opportuno indire un concorso a cui prenderà parte, ad esempio, qualche personaggio noto. E che sarebbe stato meglio rinviarlo a tempi migliori.
“Avendo preso atto della pubblicazione all’albo pretorio e sul sito internet del Comune dell’Aquila del calendario delle prove scritte per il concorso da dirigente amministrativo-dicono i due consiglieri del Mpa- e avendo avuto riscontro di ulteriori assunzioni a vario titolo, ci siamo posti un problema: l’amministrazione comunale ha messo a rischio il rispetto della normativa che riguarda i limiti all’assunzione di personale?
Per questa ragione abbiamo depositato un’interrogazione, che sarà discussa nel corso di un prossimo Consiglio comunale, allo scopo di sapere se il Comune di L’Aquila abbia osservato le leggi vigenti e per conoscere i dati utilizzati per la determinazione degli indicatori di spesa previsti per queste assunzioni.
E in questo caso, in particolare, è bene che il Sindaco, la Giunta e segnatamente l’assessore alle Risorse umane ricordino quanto riportato nella relazione che ha fatto seguito all’attività ispettiva svolta dal Ministero dell’Economia nel 2011 e i rilievi formulati dall’ispettore in ordine ai precari equilibri finanziari del Comune, oltre che alla presunta illegittimità di alcune procedure che hanno dato origine a spese per le quali è stato chiesto espressamente che l’amministrazione provveda a richiedere le somme corrispondenti.
In particolare- sottolineano Passacatando e Imprudente – già a partire dallo scorso anno, è vietato agli Enti, nei quali l’incidenza delle spese di personale sia pari o superiore al 50% delle spese correnti, procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo e con qualsivoglia tipologia contrattuale.
I restanti Enti possono procedere ad assunzioni nel limite del 20% della spesa di coloro che sono cessati nell’anno precedente. Ai fini del computo di queste percentuali si devono calcolano le spese sostenute anche dalle società partecipate. Su tali aspetti è intervenuta anche la Sezione Autonomie della Corte dei Conti.
La nostra interrogazione, pertanto, mira a fare luce su queste situazioni, considerato che la violazione dei divieti alle assunzioni, qualora si superino i limiti di spesa indicati nelle leggi, oltre a comportare specifiche sanzioni e possibili responsabilità patrimoniali, potrebbe incidere sulle legittime aspettative di coloro che, in totale buona fede, fanno affidamento su possibili percorsi di carriera che, qualora la norma fosse violata, risulterebbero seriamente compromessi”.