L’AQUILA – Conferenza stampa dello Studio Piano a L’Aquila. Presenti il sindaco Cialente, l’assessore Pietro Di Stefano, l’arch. Paolo Colonna (Studio Renzo Piano di Parigi) l’arch. Alessandro Traldi (Studio Renzo Piano di Milano) l’ing.. Gianfranco Cesarini Sforza (dirigente Prevenzione rischi Prov. Autonoma di Trento).

La realizzazione dell’Auditorium al Castello a L’Aquila è l’intervento conclusivo, ad alto contenuto simbolico, della “missione Abruzzo”, la più impegnativa – sia in termini di risorse umane coinvolte sia finanziarie ma anche come molteplicità e tipo di interventi – tra le missioni di solidarietà mai promosse dalla Provincia autonoma di Trento e dalla sua Protezione civile e realizzata con il sostegno di tutta la popolazione trentina e di tutte le sue componenti istituzionali, sociali ed economiche.
Il Trentino si mobilitò fin dalle prime ore successive al disastroso terremoto del 6 aprile 2009 rispondendo innanzitutto alle necessità dettate dall’emergenza. La sera stessa del 6 aprile veniva allestito a Paganica il campo base “Trento” con un organico di 200 soccorritori partiti da Trento all’alba con una colonna mobile dei Vigili del fuoco, mentre già nel primo pomeriggio dello stesso giorno avevano iniziato ad operare ad Onna nella ricerca di persone sotto le macerie le prime unità cinofile giunte da Trento in elicottero.
La prima settimana dopo il terremoto, in una fase ancora di piena emergenza, è stata quella in cui si è prodotto il massimo sforzo, in particolare sul fronte dell’accoglienza di centinaia di persone che erano rimaste senza casa: a Paganica veniva allestito il Campo Trento 3, dove sono stati accolti fino a 600 ospiti, e una cucina da campo gestita dai Nuclei Volontari Alpini che ha distribuito fino a 1.100 pasti al giorno. Un’altra cucina da campo per la popolazione è stata allestita a Sessa.

Parallelamente all’assistenza alla popolazione, concretizzatasi tra l’altro anche in azioni di sostegno psicologico e in molti interventi di recupero di effetti personali negli edifici lesionati dal sisma, è iniziata a partire dal 13 aprile l’attività di rilevamento dei danni agli edifici ai fini della verifica di stabilità degli stessi: circa 6.000 sono stati i controlli strutturali eseguiti dal personale dei vari Servizi tecnici della Provincia autonoma di Trento ma anche da tecnici e docenti dell’Università di Trento, del Comune di Trento, di Itea Spa oltre che da un contingente di liberi professionisti mobilitati dagli ordini professionali provinciali degli ingegneri e degli architetti. Teatro dei rilievi sono state in particolare Paganica ed altre frazioni del comune de L’Aquila oltre che edifici dello stesso tessuto urbano de L’Aquila.

La testimonianza più significativa dell’intervento del Trentino in Abruzzo è però certamente quella rappresentata dalla ricostruzione, attività nella quale la Provincia di Trento si è impegnata con decisione fin dalle prime settimane e che ha riguardato non solo la realizzazione di nuovi villaggi per dare una casa a quanti l’avevano perduta nel terremoto, ma anche nel ripristino di luoghi e contesti della vita sociale, culturale e comunitaria con la costruzione di scuole, chiese, edifici destinati ad attività di carattere sanitario ma anche biblioteche e strutture sportive.
Complessivamente, la Provincia autonoma di Trento ha realizzato in Abruzzo oltre 400 casette antisismiche in legno nei centri di Coppito, Stiffe, San Demetrio ne’ Vestini centro, Cardamone, Subequana, Villa Sant’Angelo, Onna e Tione degli Abruzzi. La Protezione civile trentina ha poi curato la progettazione di altri 49 alloggi nella frazione di Collarano Cappelli e provveduto alle opere preparatorie per un altro villaggio di 40 alloggi a Collarano Tatozzi (Comune di San Demetrio ne’ Vestini) per conto della Protezione civile nazionale. Una casa prefabbricata è stata realizzata anche a Cansatessa per ospitare le suore Clarisse di clausura del Monastero di S. Chiara ed un’altra è stata donata alle suore della Dottrina Cristiana che a L’Aquila gestiscono una struttura scolastica. Tra i primissimi interventi anche 9 moduli abitativi prefabbricati a Collemaggio per ospitare i pazienti del Dipartimento di salute mentale della Asl di L’Aquila.
Ma non solo case in legno, le più urgenti, sono state realizzate: la Protezione civile trentina e l’esercito di volontari (oltre 2.500, tra cui moltissimi vigili del fuoco volontari, i trentini fisicamente presenti in Abruzzo dal giorno del terremoto) che, in turni settimanali, si sono avvicendati nei cantieri, hanno pensato anche alla costruzione di due piccole chiese in legno a Cansatessa e Onna, di una scuola media a Paganica e di una scuola materna e asilo nido a Onna, mentre un altro asilo nido è stato realizzato a Pizzoli. Molti di questi interventi sono stati possibili grazie alla generosità di gruppi e associazioni di volontari che, con varie iniziative di raccolta fondi hanno contribuito con risorse umane, materiali e finanziarie.
Molti anche gli interventi di ripristino e messa in sicurezza di porzioni di territorio che hanno subito frane e smottamenti, di ricostruzione di strutture civili quali acquedotti, ponti, vie di accesso. Persino un campo da rugby è stato realizzato. Moltissimi sono stati anche gli interventi di messa in sicurezza, tra i quali vanno ricordati quelli di varie chiese (Onna, Bazzano, L’Aquila, Cansatessa) e di edifici storici, tra cui uno in Corso Principe Alberto nel centro del capoluogo abruzzese. Interventi condotti con grande celerità e qualità progettuale, realizzativa e di materiali impiegati (principalmente il legno trentino), che hanno fatto seguito al grande impegno profuso nelle prime fasi d’emergenza.

Interventi ai quali si aggiungono quelli realizzati dai geologi della Provincia di Trento in collaborazione con i geologi dell’Ordine Regionale e che hanno riguardato il monitoraggio delle deformazioni post terremoto e la mappatura delle fratture riconoscibili sul terreno, in particolare della zona del centro abitato di Paganica; perizie geologiche a supporto dei nuovi insediamenti abitativi realizzati dalla stessa Provincia autonoma di Trento, ed una serie di opere di difesa da fenomeni franosi. Tra queste ultime vanno ricordate la messa in sicurezza dai crolli rocciosi di un tratto della SR 17 BIS “della Funivia” a Paganica che ha reso tra l’altro più sicuro anche l’accesso e le pertinenze del Santuario della Madonna d’Appari, la difesa passiva dell’abitato di Stiffe, la realizzazione a Fossa di una scogliera a monte con barriera paramassi a difesa della zona del cimitero.

Da sempre nella storia del Trentino la solidarietà ha un ruolo da protagonista, fino a rappresentare uno dei tratti identitari più forti e costitutivi di una comunità che ha accompagnato e continua ad accompagnare se stessa avendo nel volontariato un punto di riferimento fondamentale. Un patrimonio umano e collettivo che nel tempo ha imparato ad esprimersi al meglio, in modo organizzato, efficiente ed integrato nel “sistema” della Protezione civile provinciale.
Nel caso dell’Abruzzo, la cornice organizzativa che ha consentito di mettere a fattor comune la disponibilità delle tante espressioni della società civile che hanno voluto partecipare alla “missione Abruzzo”, è stata il “Tavolo per l’Abruzzo”, organismo che ha coordinato, sotto la regia dell’Assessorato alla solidarietà internazionale e convivenza della Provincia, le iniziative promosse da organismi e associazioni della società civile quali Caritas, Federazione trentina della Cooperazione, le cooperative sociali aderenti a Consolida, Banco alimentare, Ana, Croce Rossa e Protezione civile. Un impegno che si è concretizzato nella raccolta su base volontaria di 1 milione di euro con i quali si è finanziata la realizzazione di un centinaio di casette prefabbricate in legno.
La necessità di affrontare anche i problemi derivanti dal sisma per la popolazione di immigrati ha portato inoltre ad una intesa tra le due Province di Trento e L’Aquila e la Prefettura dell’Aquila per la definizione di un “Piano per la convivenza”.

Tra le molte iniziative promosse va segnalata infine, ma non certo ultima per importanza, l’attivazione di un “Fondo pro terremotati d’Abruzzo” alimentato dal versamento libero e volontario dei contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro del Trentino. L’accordo ha impegnato la Provincia autonoma di Trento, il Consorzio dei Comuni trentini e le associazioni dei datori di lavoro (Associazione Albergatori della Provincia di Trento, Associazione Artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento, Associazione degli Industriali della Provincia di Trento, Confesercenti del Trentino, Federazione Trentina delle Cooperative e l’Unione Commercio, Turismo e attività di Servizio, i sindacati dei lavoratori CGIL, CISL e UIL) che, attraverso il dono dell’importo corrispondente ad un’ora di lavoro ha consentito di raccogliere 400.000 euro.

Per il Trentino il bilancio finale della “missione Abruzzo”, al di là dell’ammontare delle risorse finanziarie messe a disposizione dall’intera sua comunità, è un bilancio fortemente in attivo: il vincolo d’amicizia che l’Abruzzo ha stretto con il Trentino dopo il 6 aprile 2009 è il nostro migliore “investimento”, un capitale che continuerà a fruttare alimentando per il futuro non solo in questi due territori così simili tra loro ma in tutto il Paese una nuova idea di convivenza civica contro gli egoismi, la separatezza e la solitudine.

Corrado Zanetti

 

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