L’AQUILA-La centrale eolica sul Gran Sasso fa il paio col parcheggio multipiano che si vorrebbe realizzare al posto della scarpata verde della Scalinata della Basilica di San Bernardino o con l’auditorium ‘mobile’ di Renzo Piano davanti al Forte Spagnolo, in un angolo del Parco da cui sarà necessario togliere, trapiantandoli altrove, un certo numero di alberi d’alto fusto. Hanno ragione da vendere gli ambientalisti, di qualsiasi colore.

La frenesia elettorale lascia spazio a progetti che nulla hanno a che fare con la vivibilità e il cosiddetto sviluppo sostenibile. E così si scopre che l’energia eolica, in particolare, non è la panacea, o meglio la soluzione del futuro ora che la bolletta energetica legata al petrolio sta diventando proibitiva. L’eolico solleva problemi né più né meno del nucleare.

Sono soltanto diversi. Le pale eoliche di Tocco Casauria, e sono solo quattro, hanno rovinato le Gole di Popoli al pari dell’orrido viadotto autostradale. Ora si vuole fare altrettanto con gli altipiani del Gran Sasso. Ve la immaginate una foresta d’alberi d’acciaio, che ‘rompe’ il paesaggio incontaminato della montagna quello che puoi vedere sullo sfondo quando sali sulle vette che puntano al cielo?

Eppure la foresta eolica, destinata a catturare il vento della nostra grande montagna, ha le autorizzazioni necessarie. Dal Comune, dalla Regione? Ma firmate da chi e quando? 

Per questo siamo con quanti affermano: catturate il vento da un’altra parte o non catturatelo affatto. Compriamoci pure quei megawatt che ci mancano, ma lasciate stare il Gran Sasso.

Così per il parcheggio multipiano al posto della scarpata verde della Basilica di S. Bernardino. La fortuna degli aquilani è che fa parte di uno dei libri dei sogni messi in giro per la campagna elettorale di questa amministrazione. Sarà un boomerang, almeno lo speriamo per la nostra città già disastrata  di suo. Non è un sogno, purtroppo, l’auditorium mobile del Parco del Forte.

Costerà agli aquilani 7 milioni di euro, ma se vorranno, dicono, un giorno potranno spostarlo da un’altra parte. Dove? Lo dicano, per favore, il sindaco uscente e i ‘pundit’ della ‘Barattelli’, quelli che capiscono molto di musica e di spazi culturali, parole di cui di questi tempi ci si riempie la bocca. Lo dicano gli architetti in servizio permanente effettivo di questa amministrazione.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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