ROMA – Arriva la tassa sugli sms per pagare gli interventi di Protezione Civile. La norma è contenuta nel decreto legge di riforma che andrà venerdì al Consiglio dei Ministri e prevede che in caso di dichiarazione dello stato di emergenza, il Fondo Nazionale di Protezione Civile, venga integrato ”previa deliberazione del Consiglio dei ministri”, con le entrate derivanti dalla tassazione fino a un massimo di due centesimi di euro ”per ciascuna comunicazione effettuata attraverso l’invio di brevi messaggi di testo (SMS) mediante telefono cellulare, computer o siti internet gestiti dalle societa’ telefoniche”.

”La misura dell’aliquota – come riporta il quotidiano Leggo – è stabilita, sulla base della deliberazione del Consiglio dei ministri, con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate il quale stabilisce altresì le modalità del versamento dell’imposta, nonchè ogni altra connessa disposizione attuativa . I gestori dei sistemi di comunicazione utilizzati per l’invio dei messaggi provvedono al pagamento dell’imposta, con facolta’ di rivalsa nei confronti dei clienti”. Confermato anche il ricorso all’aumento dell’aliquota dell’accisa sui carburanti fino a un massimo di dieci centesimi (cinque dei quali dalle Regioni).

Il testo del decreto – non ancora definitivo – si afferma che per finanziare gli stati di emergenza in caso di calamità naturali, debba essere utilizzato il fondo di protezione civile o, in alternativa, il fondo imprevisti del ministero dell’Economia. Se i soldi per gestire l’emergenza vengono presi da quest’ultimo, però, bisognerà «corrispondentemente e obbligatoriamente» reintegrarlo. Come? il decreto prevede due modalità, l’aumento della benzina e, appunto, la tassa sugli sms. Che possono essere anche disposti entrambi. Il fondo è «reintegrato in pari misura – è scritto nella bozza – con le maggiori entrare derivanti dall’aumento, deliberato dal Consiglio dei ministri, dell’aliquota dell’accisa sulla benzina…in misura comunque non superiore a 5 centesimi al litro». «In alternativa al predetto aumento dell’aliquota di accisa ovvero in combinazione con lo stesso», prosegue il testo, «il fondo…è corrispondentemente e obbligatoriamente reintegrato, previa delibera del Consiglio dei Ministri, con le maggiori entrate derivanti dalla tassazione fino ad una misura massima di due centesimi di euro per ciascuna comunicazione effettuata attraverso l’invio di brevi messaggi di testo (sms) mediante telefono cellulare, computer o siti internet gestiti dalle società telefoniche». «I gestori dei sistemi di comunicazione utilizzati per l’invio dei messaggi – conclude il testo – provvedono al pagamento dell’imposta, con facoltà di rivalsa nei confronti dei clienti».

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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