L’AQUILA – E’ costante, quotidiana e palese la violazione della cosiddetta ‘par condicio’ da parte di alcuni candidati nelle liste del Pd che, approfittando del proprio doppio ruolo di amministratori e candidati, confondono consapevolmente e in modo vergognoso (non scandaloso, perchè ci hanno abituato al loro comportamento in questi anni) la comunicazione istituzionale con quella elettorale.
Delle due l’una: o non conoscono la legge elettorale (la legge 28/2000 vieta all’amministrazione di “svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”) o utilizzano le proprie posizioni di potere per avere visibilità elettorale. Scorrendo i nomi della lista del Pd, dubito che sia valida la prima ipotesi, vi sono candidati che siedono in consiglio comunale da più di vent’anni, conoscono fin troppo le regole del gioco.
Lo spot “istituzionale” del Consiglio Comunale che va in onda su TvUno in regime par condicio e che vede un Carlo Benedetti tra le 99 cannelle; Pietro Di Stefano che manda comunicati stampa in forma ‘personale’ per la firma di accordi sugli aggregati; e non ultima Stefania Pezzopane che – oltre a violare palesemente la par condicio su La7 – commenta stamattina un concerto gratuito organizzato dall’amministrazione per il prossimo 19 maggio (il giorno prima dell’eventuale ballottaggio): sono piccoli episodi che ci ricordano ancora una volta l’arroganza di chi detiene il potere politico in questa città.
Sono piccoli sciacallaggi politici, con la complicità di talune testate locali, che non ci sfuggono e che non dimenticheremo. Dicono di rappresentare la ‘continuità’. Ma la continuità di cosa?