L’AQUILA – In merito alla questione dei codici miniati negati all’Archivio di Stato e su sollecito di alcuni lettori, siamo in grado di fornire un quadro più completo, dopo aver attinto ulteriori informazioni e aver ottenuto chiarimenti anche dalla Biblioteca provinciale.
“Il procedimento volto al prestito a fini espositivi di codici miniati, avviato favorevolmente da parte della Provincia, ha subito una battuta di arresto solo ed unicamente a causa dell’inadeguata copertura assicurativa sottoscritta dall’Archivio di Stato. Un opportuno adeguamento, così come richiesto dalla Provincia, avrebbe consentito l’immediato trasferimento dei codici, per i quali la Provincia aveva già richiesto il nulla osta alla competente Sovrintendenza e consegnate le teche espositive a riprova della buona intenzione e disponibilità al prestito”. Questa la versione ufficiale della Direzione della Tommasiana.
Alla base della mancata esposizione delle pregevoli opere quindi un difetto procedurale non imputabile alla Provincia ma ad una “doverosa salvaguardia di valori inestimabili contro ogni forma di deprezzamento o di erronea valutazione dei rischi connessi alla movimentazione”.
A questo punto, ci chiediamo se – nell’ottica della fruizione diffusa della cultura e della reale integrazione nell’ambito del “polo culturale” di Bazzano – non sarebbe stato più opportuno, in ultima battuta, da parte dell’Archivio di Stato invitare il pubblico intervenuto all’iniziativa a visitare la vicina Biblioteca, per fruire in loco delle opere in questione, in tal modo contribuendo alla diffusione di cultura di cui lamenta la negazione, il tutto senza costi e senza compromettere la titolarità della iniziativa culturale.
Alla Biblioteca provinciale, alla sua attuale direzione e al personale ivi impiegato va riconosciuto il merito di aver sottratto dalle macerie e aver riportato alla luce e reso fruibile un patrimonio librario imponente, di aver faticosamente ricreato il feeling con la collettività, dopo oltre due anni di sospensione causa sisma, e in una sede provvisoria non certo privilegiata quanto a dislocazione. Altro importante obiettivo sarà la individuazione e definizione dei programmati distretti culturali, incontestabile espressione dell’apertura della Provincia alla diffusione di conoscenze e di cultura, alla messa in rete di informazioni e buone prassi e alla razionalizzazione delle risorse; dunque una ulteriore e significativa tappa nell’impegnativo percorso volto alla scoperta, diffusione e valorizzazione delle eccellenze territoriali. Il tutto grazie anche ad una gestione manageriale complessa, che richiede necessariamente specifiche connotazioni dirigenziali, non sempre rinvenibili in quelle specialistiche del bibliotecario, soprattutto se di antica memoria.