L’AQUILA – “Si è voluta artatamente diffondere una suggestione nella comunità aquilana ma, per fare chiarezza, come ci chiede il direttore di una importante testata giornalistica regionale – ha affermato il presidente della Regione e commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi – sarebbe stato sufficiente interpellarci, sentire direttamente il Presidente o l’assessore alla Protezione civile.

Ma si sarebbe potuta anche contattare la Protezione civile nazionale. Così ci sarebbeto stati i chiarimenti richiesti senza alimentare il fuoco di squallide polemiche elettoralistiche. Una cosa è certa – ha rimarcato il governatore oggi in conferenza stampa – appare alquanto singolare che dopo tre anni di indagini, udienze preliminari, dibattimenti e audizioni di tecnici, una testata giornalistica scopre, alla vigilia di un appuntamento elettorale che riguarda proprio la città colpita dal tragico terremoto del 2009, che le responsabilità sarebbero della Regione. Contrariamente a quanto è emerso in tutte queste fasi. 

Il punto è – ha chiarito il Presidente – che la Regione, e nello specifico la Protezione civile regionale, ha fatto quanto era nelle proprie competenze e nelle sue possibilità ma è andata anche oltre. Infatti, proprio alle luce dello sciame sismico che per mesi ha interessato L’Aquila ed il suo comprensorio, abbiamo convocato nel capoluogo di Regione sia l’IGV, lIstituto Nazionale di Geofisica e di Vulcanologia, che la Commissione Grandi Rischi tenendoci, al tempo stesso, in stretto contatto con la Protezione Civile nazionale. In virtù di tutto ciò, – ha conluso il presidente della Regione – non appare possibile addossare tutte le responsabilità sulle spalle della Regione e della Protezione civile per scopi strumentalmente collegati alla campagna elettorale in corso a L’Aquila”. 

GIULIANTE, REGIONE ATTIVO’ CATENA DI COMANDO 

“Sulla vicenda relativa a presunte responsabilita’ della Regione in merito all’evento, non previsto ne’ prevedibile, del sisma che ha colpito la citta’ dell’Aquila, si e’ fatta parecchia confusione. L’errore fondamentale e’ stato quello di non comprendere, o di aver fatto finta di non comprendere, che l’allerta o l’allarme che la Protezione civile ha il compito di lanciare in casi del genere deve essere riconnesso ad una catena di comando che comprende Prefetture e Sindaci e non riguarda affatto la gestione delle conoscenze della popolazione”. 

Lo ha chiarito, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa nella quale ha affiancato il Presidente della Regione e Commissario per la Ricostruzione, l’assessore alla Protezione civile Gianfranco Giuliante. “I protocolli a cui si fa riferimento – ha spiegato l’assessore – sono protocolli multirischio. Quindi si riferiscono a problematiche che affrontano il rischio idrogeologico, il rischio idraulico, quello derivante da eventi di natura meteorologica oltre al rischio sismico. 

E’ evidente, pero’, che c’e’ una differenza sostanziale tra il rischio previsto e prevedibile come ad esempio quello determinato dal maltempo verificatosi nei mesi scorsi – circostanza per la quale il Centro funzionale ha allertato tutta una serie di soggetti operativi che fanno parte del sistema della Protezione civile al fine di garantire una risposta organizzativa adeguata – ed il rischio non previsto ne’ prevedibile generato da un sisma laddove, non appena viene a conoscenza di dati significativi, la Protezione civile e’ tenuta ad attivare le Prefetture per le competenze proprie ei Sindaci per quelle comunali”.    

“Tuttavia – ha rimarcato Giuliante – da nessuna parte, ne’ dalle leggi citate, ne’ dai protocolli, emerge un nesso di relazione tra la gestione dell’allarme e la comunicazione alla popolazione”. L’assessore ha, pertanto, ribadito che “quando si fa riferimento al sistema di comunicazione della Protezione civile, ci si riferisce solo a meccanismi endogeni, cioe’ alla gestione delle frequenze, alla possibilita’ di collegarsi alle strutture ubicate sul territorio ma mai si fa riferimento ad un obbligo di comunicazione verso l’esterno”. L’assessore alla Protezione Civile ha, inoltre, stigmatizzato “l’utilizzo strumentale di una ricostruzione falsata dei fatti al fine di incidere sulle dinamiche della campagna elettorale in corso a L’Aquila. 

Si e’ persino detto che la citta’ dell’Aquila e’ stata declassata finendo in fascia 2 quando invece il capoluogo di Regione non e’ stato mai declassato. In ogni caso, le classificazioni sono un atto di natura tecnica – ha concluso l’assessore – che viene sviluppato da strutture sovraordinate alla Regione e sulla base delle quali vengono poi compiute le scelte sulla tipologia di costruzione che puo’ essere autorizzata”. 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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