L’AQUILA – Il 3 maggio i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di L’Aquila hanno deferito alla competente Autorità giudiziaria per il reato di minaccia aggravata nei confronti di un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio, un quarantenne romano, ma residente nella Marsica.

Secondo quanto accertato dai poliziotti della Terza Sezione della Squadra Mobile aquilana, l’uomo, da tempo, minacciava alcune incaricate del Servizio sociale di Avezzano, elevando progressivamente i toni fino al punto di manifestare loro il possesso di un’arma da fuoco che avrebbe utilizzato nei loro confronti.

Le minacce erano finalizzate a condizionare ed indirizzare il giudizio delle dipendenti del sopra citato Servizio Sociale, incaricate di verificare la presenza o meno dei presupposti necessari per consentire al padre di poter rivedere la propria figlia.

L’AQUILA – La bambina, infatti, di recente, su disposizione del Tribunale per i minorenni, era stata allontanata dall’abitazione del padre – già separato – in ragione sia di alcuni procedimenti penali che lo vedevano coinvolto, sia della valutata assenza di idonee condizioni ambientali. Per tale motivo, la figlia attualmente alloggia presso un struttura di ricovero protetta.

L’uomo, dopo aver ottenuto l’assoluzione in un procedimento penale che lo vedeva imputato per reati contro la persona, ritenendosi in diritto di potere riallacciare il quotidiano rapporto con la figlia, sollecitava, via via sempre più insistentemente, l’autorizzazione a poter incontrare la bambina, abbandonandosi tuttavia a comportamenti sfociati successivamente in vere e proprie minacce di morte, addirittura manifestando la disponibilità di un’arma da fuoco.

Nello sviluppo delle indagini gli investigatori della Squadra Mobile apprendevano altresì, di alcune telefonate anonime minatorie, giunte al centralino del Tribunale per i minori.

La vicenda, per come veniva delineandosi, determinava i poliziotti della Questura di L’Aquila ad effettuare alcune mirate perquisizioni all’esito di una delle quali, gli investigatori della Terza Sezione rinvenivano e sequestravano una riproduzione fedele, per dimensioni e peso, di una Pistola modello Beretta 92 FS, priva del tappo rosso, completa del munizionamento ed identica a quella che è in dotazione alle forze dell’ordine. In ragione del rinvenimento e tenuto conto che l’arma, cosi come sequestrata dai poliziotti, appariva assolutamente idonea agli scopi minatori, il responsabile veniva denunciato per il reato di minacce aggravate.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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