L’AQUILA- Saranno oltre 4.000, forse 4.500, entro giugno i cantieri della ricostruzione pesante delle case ‘E’ della periferia nei centri piccoli e grandi del cratere, in particolare nel comune dell’Aquila. Al netto delle polemiche più o meno elettoralistiche degli ultimi giorni, è questa la realtà che si va delineando per la prossima estate.
A mano a mano che vengono assegnati i contributi definitivi, spuntano le gru negli angoli più remoti della città e nelle frazioni, segno, come ha detto il commissario straordinario Gianni Chiodi, che ormai la ricostruzione pesante è sulla pista di decollo. Unico intoppo resta l’erogazione definitiva dei contributi da parte del Comune i cui ritardi sono sotto gli occhi di tutti.
Il Comune, tuttavia, sembra aver recuperato parte dell’arretrato. Oggi, secondo i calcoli dell’Ufficio alla ricostruzione, tale ritardo sarebbe di una ventina di giorni. Come dire che, con la fine (o quasi) dell’esame della ‘filiera’ delle 7.450 pratiche presentate entro il 31 agosto 2011, si sta completando l’erogazione, da parte del Comune, dei contributi definiti ad aprile scorso. Restano tuttavia palesi incongruenze che Fintecna, deve sciogliere prima possibile. Vediamo.
Ci sono numerosi, piccoli aggregati con esito di agibilità C (o B), che stanno per avere il contributo definitivo per la parte condominiale, ma quello per le singole unità immobiliari è bloccato perché le pratiche non sono state ancora esaminate. Infatti, dice Fintecna, molte delle richieste di contributo per gli appartamenti sono state presentate dopo il 31 agosto 2011, nonostante la richiesta per la parte condominiale sia stata prodotta prima.
Come dire che Fintecna ha fatto di tutt’erba un fascio, considerando come ‘E’ le pratiche delle ‘C’ che sono invece regolate da una diversa normativa. Riusciranno gli aquilani dei piccoli consorzi a far capire a Fintecna che deve attenersi alle regole? Ecco, sono questi, alla fine, gli intralci della ricostruzione che giriamo al Commissario Gianni Chiodi: tocca a lui districare quest’ennesima matassa.