L’AQUILA- Il piano di ricostruzione dell’Aquila, che il sindaco rieletto ha giudicato a lungo inutile ma che poi è stato costretto a fare dal ministro Barca plenipotenziario di Roma per il terremoto dell’Aquila, quel piano sarebbe frutto di un ‘copia incolla’ almeno in alcune sue parti. Copia incolla, un giochetto che oggi riesce bene anche ai ragazzini delle scuole medie e che gli esperti del Comune non si sarebbero fatti scrupolo di utilizzare nella redazione dello strumento urbanistico indispensabile per la ricostruzione della città, in particolare del suo centro storico.
Il Piano, cioè, sarebbe stato copiato. Lo diciamo con tutta la prudenza del caso, ma è questa l’accusa pesantissima per la quale, Giorgio De Matteis capo dell’opposizione al Comune dell’Aquila, e il responsabile dell’Udeur Mimmo Srour hanno chiesto, stamattina, le dimissioni del sindaco Massimo Cialente e del superassessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano. Un’accusa che arriva direttamente dal Dipartimento di Costruzioni e Restauro dell’Università di Firenze, che forse sfocerà in una denuncia penale per ‘appropriazione di produzione intellettuale’.
Il tutto formalizzato in una lettera a firma dei professori Mario De Stefano, direttore del Dipartimento e Giuseppe Centauro, responsabile scientifico. Qualcuno, dicono nella lettera che pubblichiamo integralmente, nel Piano di Ricostruzione dell’Aquila avrebbe riprodotto la pubblicazione scientifica ‘L’Aquila, Studi e rilievi per la ricostruzione post sisma dell’Aprile 2009. Febbraio – luglio 2010” a cura del professor Centauro. “Una riproduzione, aggiungono, completamente inappropriata sotto il profilo tecnico urbanistico di Piano di Ricostruzione”. Quella pubblicazione, cioè, che al Dipartimento di Costruzione Restauro dell’Università di Firenze giudicano ‘incompleta’ e da approfondire, gli esperti del Comune dell’Aquila l’avrebbero infilata ‘tout court’ nel Piano di Ricostruzione della città. Incredibile se davvero è così. Ma leggiamo che cosa dicono De Stefano e Centauro.
“NON ABBIAMO VOLUTO INTERFERIRE CON LA CAMPAGNA ELETTORALE”
“Per una questione di stile e correttezza istituzionale, vale a dire per non interferire con la campagna elettorale e quindi per evitare qualsiasi strumentalizzazione politica della vicenda, scriviamo questa lettera solo adesso, a conclusione delle recenti elezioni amministrative, facendo seguito ad altra nostra comunicazione inviatale (al sindaco ndr) in data 16 febbraio u.s. che non ha mai ricevuto risposta formale pur trattandosi nell’oggetto di osservazioni di carattere d’urgenza da noi avanzate subito dopo l’approvazione consiliare del Piano di Ricostruzione del centro storico e delle frazioni, per l’uso non autorizzato di materiale di studio elaborato dal nostro Dipartimento universitario”.
“SUPERFICIALE L’INTRODUZIONE NEL PIANO NEL NOSTRO STRUMENTO DI STUDIO”
E ancora. “Tralasciando i risvolti di carattere legali conseguenti a tale appropriazione di produzione intellettuale, in quanto l’utilizzo è stato fatto senza alcuna autorizzazione, trascurando persino una doverosa informazione al lettore, in questa sede ci preme evidenziare la superficialità dell’introduzione nel Piano di uno strumento di studio, e quindi a valenza metodologica, in guisa di norma generale da seguire, determinando equivoci interpretativi laddove si riduce l’espressione di un metodo, realizzata su campioni esemplari di costrutto urbano, in una improbabile condizione operativa cogente”.
DE MATTEIS: “EPISODIO DI CIALTRONERIA POLITICA”. SROUR: “I CITTADINI DEVONO SAPERE”
Srour ha parlato di “episodio incredibile che i cittadini devono conoscere” e De Matteis di “cialtroneria politica”. Ma andiamo con ordine. “Vogliamo che la città debba sapere tutto di questo episodio- ha detto Srour-. Ricordo che in Inghilterra un ministro in carica si è dimesso per un copia incolla sulla propria laurea. Qui ce n’è abbastanza perché Cialente e Di Stefano facciano altrettanto. Noi vogliamo che sia fatta chiarezza. Non siamo contenti di questa storia perché, una volta messa in giro, non ci faremo una bella figura in Italia”. Più duro Giorgio De Matteis: “Abbiamo davanti uno scenario inquietante. Qui delle due l’una: o il Dipartimento di Costruzione e Restauro dell’Università di Firenze viene smentito e allora avrebbe millantato, oppure, se dice la verità, al Comune avrebbero il dovere di dimettersi sia Cialente sia Di Stefano, perché sapevano tutto dal 16 febbraio”.
“ORA BARCA CHIARISCA TUTTA QUESTA VICENDA”
De Matteis ha tirato in ballo lo stesso ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca, delegato dal governo Monti a sovrintendere alla ricostruzione dell’Aquila. “Domandiamo al ministro se fosse a conoscenza di tutta questa storia. Noi pensiamo di no, ma deve chiarire quanto è avvenuto. Da lui attendiamo una risposta convincente”. De Matteis ha poi ironizzato su chi non vuole una Commissione comunale per monitorare la ricostruzione. “E’ evidente che qualcuno non gradisce, ma questo episodio conferma quanto sia necessario specie perché sarebbe un tramite tra il Consiglio comunale e la popolazione che ha diritto di essere informata su tutto ciò che la riguarda in un momento come questo in cui dubbi pesanti si addensano sulla ricostruzione della città”. De Matteis ha infine chiesto chiarezza sugli esperti che il Comune ha pagato quasi un milione di euro che sono stati incaricati di elaborare il piano di ricostruzione, e sul modo in cui “hanno lavorato” (G.D.R.)