L’AQUILA-Ricordate la ‘white list”, la lista ‘pulita’alla quale bisogna attingere per scegliere cinque imprese per poi indicarne una a cui affidare la ricostruzione della propria casa danneggiata dal terremoto, in modo da evitare possibili infiltrazioni mafiose? E ricordate l’obbligo di scegliere tra un gruppo di tre tecnici quello più adatto alla redazione del progetto? Sono due prescrizioni contenute nell’ordinanza 4013 (articolo 7) che in teoria non fanno una piega, accettabili perché vanno in direzione della trasparenza, se però chi deve applicare la normativa riesce a farlo con la dovuta lungimiranza. Diversamente si ottiene un effetto totalmente contrario e distorto che lo stesso ministro Fabrizio Barca, che dell’ordinanza stato l’ispiratore, certo non aveva previsto. Quel che accade a Barisciano, infatti, è semplicemente sconcertante, tanto che all’episodio abbiamo voluto dedicare lo spazio che di solito riserviamo ad altre considerazioni. ‘Il Punto’ fa proprie le osservazioni del consigliere comunale Walter Salvatore. Sono la dimostrazione lampante di come riesce a impantanarsi la ricostruzione nei centri del ‘cratere’ sismico. Un conto è la teoria, caro ministro, un conto la pratica.
“Iniziano a palesarsi- dice Salvatore- in tutta la loro perversa efficacia gli effetti di quanto normato dal nostro Ministro Barca con l’art. 7 dell’Ordinanza 4013.
LA STORIA
“Dopo avere prodotto una domanda di contributo per i lavori sulle parti privati, per un ammontare complessivo di 3.000,00 euro (tremila), il proprietario dell’immobile è stato invitato ad integrare il progetto con la documentazione che prova di avere contattato preventivamente tre (3) tecnici e ben cinque (5) imprese. “Questo esiguo intervento (3.000,00 euro) sulle parti private si inserisce in un progetto più ampio per le parti comuni valutato oltre 500.000,00 euro e quindi si è scelto che sia il progettista che l’impresa debbano essere gli stessi anche per le parti private.
LE TRE SOLUZIONI POSSIBILI
“Ora al proprietario rimangono tre opzioni:
a) attivarsi per contattare e mettere a gara almeno tre tecnici (con il progetto già redatto e presentato) e scegliere un’azienda edile tra cinque. Naturalmente la normativa si guarda bene dall’indicare quali criteri occorra adottare per scegliere il migliore candidato e sembra invece voler far intendere solamente che il privato è in fondo uno sprovveduto incapace di affidarsi ad un buon tecnico e chiamare un’impresa edile che gli fornisca le migliori garanzie. L’assenza di qualsiasi indicazione sullo scopo che si intende perseguire chiamando al confronto tre tecnici e cinque imprese, è ciò che lascia più perplessi. Se il Ministro Barca voleva perseguire un’economia di spesa aveva mille modi per raggiungere l’obiettivo. Poteva innanzitutto dirlo chiaramente e magari intervenire a monte sul protocollo d’intesa firmato con gli ordini professionali (che già prevede un ribasso del 30% sulle tariffe applicabili) oppure indicando, per le imprese, un ribasso percentuale da applicare al prezziario regionale che ora è utilizzato a prezzo pieno;
LA TENTAZIONE DI SIMULARE
b) dato che il progetto è già stato redatto e presentato da un tecnico scelto su base fiduciaria (come per l’avvocato od il medico) e che la ditta sarà naturalmente quella che si occuperà dell’intero aggregato, il proprietario dell’immobile, per assecondare i dati richiesti da questa osservazione formale, è indotto a simulare l’assolvimento di tali formalità e quindi a produrre la documentazione richiesta al solo scopo di assecondare una inutile quanto ipocrita prescrizione normativa;
LA RINUNCIA (ASSURDA) AL FINANZIAMENTO
c) il proprietario rinuncia al finanziamento mandando a quel paese l’intera filiera di burocrati che tanto si prodigano per intrecciare sempre di più le già demenziali procedure esistenti.
“Sono dell’opinione che quando un Ministro-Tecnico produce norme che vanno a intricare ulteriormente nodi procedurali che già in origine mancano di buon senso e intelligenza non debba essere applaudito ma rimandato a Roma in malo modo e invitato a ripresentarsi solo quando è riuscito a svolgere il compitino con esito almeno sufficiente”.