L’AQUILA-Era svanito nel nulla ormai da due anni da quando cioè era riuscito a sottrarsi alla Squadra Mobile di Terni. Dal marzo del 2010, nei suoi confronti pendeva un ordinanza di custodia cautelare in carcere che lo accusava in concorso con altri dieci indagati nordafricani di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Secondo le indagini il gruppo criminale gestiva un proficuo canale di spaccio di eroina e cocaina. Nella tarda serata di ieri i poliziotti della Squadra mobile della Questura dell’Aquila lo hanno rintracciato mentre entrava in un’anonima palazzina di Arischia, adiacente all’abitazione della moglie, una donna di origini marocchine da tempo residente in Italia con regolare permesso di soggiorno. Una volta riconosciuto l’uomo, Abuiba Said nato in Marocco. 1979, dopo essere stato bloccato è stato condotto in Questura dove gli uomini della Sezione Seconda gli hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del Tribunale di Terni Ufficio Giudice per le Indagini preliminari, che lo ritiene colpevole, in concorso con altri 10 indagati, del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del genere eroina e cocaina, commesso in Terni fra il 2008 ed il 2009.
Al latitante, i poliziotti della Squadra Mobile sono giunti al termine di prolungati servizi di osservazione organizzati ad Arischia proprio nei pressi dell’abitazione della sua compagna poi diventata sua moglie e sul conto della quale già da tempo vi erano in corso accertamenti.I sospetti degli investigatori della Squadra Mobile, infatti, maturavano in seguito alla formale Istanza di congiungimento familiare presentata in Questura dalla donna in favore dell’attuale marito Traigui Said, nato nel 1979. La nuova relazione destava perplessità tali da determinare i poliziotti ad effettuare ulteriori accertamenti. Dietro quel nominativo si scopriva l’identità dissimulata del marito ovvero il ricercato ABUIBA. A quel punto i servizi di osservazione pianificati nei pressi dell’abitazione della moglie consentivano di accertare l’esatto domicilio del ricercato che , per precauzione, aveva trovato ospitalità presso la casa di un connazionale (ignaro) poco distante dall’abitazione della moglie. Dopo le formalità di rito l’Abuida stato rinchiuso presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità giudiziaria.