ROMA – Per ora rifacciamo il centro storico dell’Aquila, poi si vedrà. Fabrizio Barca, ministro per la Coesione territoriale, non ha concesso molto ai piccoli comuni del cratere. Ha solo assicurato il recupero dei 50 addetti con contratto continuativo coordinato(co.co.co.) già in servizio negli uffici decentrati, ma niente da fare per le seconde case.

Durante la conferenza stampa che si è appena conclusa a Roma, Barca elenca, punto per punto il Decreto che cambierà per sempre la Governance sulla ricostruzione. “La ricostruzione dell’Aquila è una priorità di questo governo – dice prima di cominciare la conferenza stampa – così come ripresa economica di tutti i borghi coinvolti nell’evento del 6 aprile”. Ma la ricostruzione deve guardare soprattutto al centro storico della città capoluogo.   

“Non è possibile-ha detto il ministro- lasciare dei buchi nel centro storico dell’Aquila che è struttura urbanistica di pregio, per intervenire altrove. Dunque L’Aquila, in un modo o nell’altro, bisognerà ricostruirla per intero”.

Il decreto, dunque, subirà poche variazioni rispetto a quello che è stato diffuso nelle ultime ore e che andrà in parlamento il 12 prossimo per la discussione. Per quanto riguarda i piani di ricostruzione, ha detto il ministro, i Comuni che li hanno fatti dovranno utilizzarli anche se in maniera non vincolante.

Ha anche precisato il ruolo della Regione e della Provincia. “I loro provvedimenti urbanistici (la Regione approverà una legge a breve)- ha detto- saranno vincolanti”.  La regione, ha spiegato, avrà una sua responsabilità nella programmazione ed egualmente l’avranno la Provincia e i due uffici speciali che saranno uno strumento importantissimo per la ricostruzione.

“Serve un soggetto terzo – conferma Barca – che verifichi la congruità dei progetti e faccia controlli, insieme a una commissione pareri permanente in modo che tutti i soggetti che operano nella ricostruzione non dialoghino con le carte”. 

Poi la ricostruzione “sicura al cento per cento”. Come si farà con le econoimie? Barca in questo è molto deciso:”Vorrà dire che lo Stato sceglierà la sicurezza a discapito del pavimento di marmo”. 

Infine il personale.  “Per quanto riguarda le risorse umane – ha aggiunto- abbiamo persone competenti, capaci. Non si sono mai fatte in Italia le ricostruzioni con i Co.co.co. e con gli assunti a tempo determinato. Ma non possiamo buttare via il patrimonio di intelligenze e capacità.

Verrà fatta la stabilizzazione. Io non voglio prendere tutti, ma quelli capaci sì. Voglio prendere 300 persone a tempo indeterminato selezionate con bando pubblico.  Il 50 per cento sarà riservato a chi ha già lavorato nella ricostruzione. Noi abbiamo guardato quanto spendevamo di risorse umane nella ricostruzione.

Oggi le unità impiegate sono 600 che costano 35 milioni di euro all’anno. Tutti compresi: filiera, regione,comuni, provincia e struttura commissariale. Il numero scenderà a 352 (300 a tempo indeterminato, i restanti sono Co.co.co.) e costeranno allo Stato 13 milioni e 800mila euro. Dove li prenderemo questi soldi? Dal patto di solidarietà di tutti i comuni italiani. Una parte, un 20%, l’abbiamo trovata noi con tagli, riducendo le spese di strutture tecniche. Un’altra parte dalla ricostruzione”.

Condivisione.

Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

  • Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666
  • Direttore responsabile: Christian De Rosa
  • Editore: Studio Digitale di Cristina Di Stefano
  • Posta elettronica:
  • Indirizzo: Viale Nizza, 10