L’AQUILA- “Certo, si poteva fare di più e meglio. All’ultimo momento è sparita la norma che equiparava agli invalidi civili le persone che avevano avuto danni fisici dal terremoto, come pure non si tiene conto di determinate esigenze (le seconde case ndr) della ricostruzione dei centri storici dei piccoli Comuni, ma al tirar delle somme non mi sento di dare un giudizio negativo del decreto per L’Aquila che andrà in parlamento domani”. Gianni Chiodi, presidente della Regione e commissario dimissionario della ricostruzione, la vede così, anche perché sono stati diversi i suggerimenti della Regione accolti nel provvedimento. “All’Aquila- aggiunge il presidente- c’è un’opinione pubblica molto polemica, bisogna prenderne atto, non mi meraviglia che ci siano forti dissensi, ma il decreto mi sembra abbastanza equilibrato. Ora tocca ai Comuni. Certo, dipende da loro cogliere le opportunità che offre questa legge”.

“PERCHE’ IL MIO E’ UN GIUDIZIO POSITIVO”

Il decreto, dunque, va accettato. Il governatore ne elenca le ragioni. “Innanzitutto- dice- chiude l’emergenza e distribuisce i poteri agli enti locali. Costituisce uffici tecnici di supporto con una funzione primaria. Stabilizza con un concorso pubblico i lavoratori assunti con contratto a tempo. Fissa gli obiettivi della ricostruzione che dovranno essere perseguiti dagli enti locali. Risolve, sia pure parzialmente, il problema delle seconde case, anche se ciò non avviene per i piccoli comuni che da questo punto di vista avranno delle difficoltà. Fissa inoltre sacrosanti principi di incompatibilità: chi ha oggi una carica elettiva non può essere il progettista di un edificio da ricostruire a causa dei danni del terremoto. Per il resto il decreto è perfettibile e può essere integrato, se necessario, da successivi decreti del Presidente del Consiglio”.

 “SARO’ IL GARANTE DELLA RICOSTRUZIONE”

Ma un concetto Chiodi tiene a chiarire: sarà ancora il garante della ricostruzione. “E’ un ruolo a cui tengo in maniera particolare e se necessario sarò sempre un interlocutore nei confronti del governo nell’interesse degli aquilani e di tutti gli altri cittadini del cratere. E’ già avvenuto, quando abbiamo ottenuto la riduzione del 60 per cento delle tasse da rimborsare allo Stato. Allora ci fu un forte confronto col ministero dell’Economia, ma alla fine siamo riusciti a spuntarla, anche per la mediazione di Gianni Letta. Voglio ricordare che tutto ciò avvenne in un momento difficile. Qualche giorno dopo arrivarono le dimissioni del governo e il passaggio delle consegne all’esecutivo attuale”.

 “I PIANI DI RICOSTRUZIONE PORTANO VANTAGGI”

 Sui piani di ricostruzione il governatore non ha dubbi. Il decreto prevede la possibilità che non vengano adottati. “Ma per i Comuni che li hanno già fatti, esistono indubbi vantaggi, in quanto costituiscono uno strumento urbanistico che offre maggiori opportunità. Diversamente i Comuni che vi rinunciano, dovranno osservare le regole ordinarie, quelle dei piani regolatori, che sono farraginose. Spesso i piani regolatori sono molto vecchi come è il caso di quello dell’Aquila che risale al 1977, ma L’Aquila non ha neppure un piano particolareggiato del centro storico. Dunque un piano di ricostruzione è la cosa  migliore per il capoluogo. A tutt’oggi non è stato ancora trasmesso alla Regione, anche se sappiamo che dovrebbe arrivare entro il 15 luglio. Ci sono Comuni che amano ‘pianificar facendo’, ma questo non è un modo di procedere perché ha sempre effetti negativi”.

 IL  RUOLO DELLA REGIONE E LA RICOSTRUZIONE

 Ma quale sarà il ruolo della Regione nella ricostruzione? “Sarà quello di legiferare in materia urbanistica. Finora- spiega Chiodi- non abbiamo potuto farlo a causa dell’emergenza. Ma oggi l’emergenza è finita e sarà possibile legiferare. E’ chiaro che ciò avverrà d’intesa con i Comuni in particolare con quello dell’Aquila, che sono i primi interessati. L’intesa sarà alla base di ogni nostra azione”.

“MONITORAGGIO A PRESCINDERE”

 Chiodi aggiunge che da parte della Regione ci sarà un “monitoraggio a prescindere della ricostruzione, un controllo in ogni caso, perché rientra nelle nostre competenze. Il capoluogo deve essere ricostruito bene anche se ci vorranno 12 anni. Oggi- aggiunge- la ricostruzione pesante è partita, perciò dovremmo avere un’accelerazione visibile della stessa. Mi aspetto infatti un proliferare di cantieri nel giro di poco tempo e prima dell’autunno”.

“RISCHI DI MICROCORRUZIONE”

 Il governatore paventa tuttavia un rischio, quello di fenomeni di micro corruzione con eventuali infiltrazioni di operatori spregiudicati nel grande ‘business’ della ricostruzione. “Mi auguro- dice- che non rientrino dalla finestra quelle iniziative speculative che siamo riusciti a tenere fuori dalla porta e che ci erano state proposte anche dalle comunità locali. Ecco, questo è un pericolo latente che la nuova governance della ricostruzione deve assolutamente evitare (G.D.R.).

“AFFRONTARE IL PROBLEMA SECONDE CASE”

In una dichiarazione rilasciata questa mattina il governatore invita il parlamento che deve esaminare da oggi  la legge per L’Aquila ad affrontare il problema delle seconde case dei centri storici.”Il problema delle seconde case -dice Chiodi-per i comuni del cratere, ad eccezione dell’Aquila, rimane la principale questione irrisolta, anche alla luce del maxiemendamento che andra’ oggi al Parlamento”. Lo ha dichiarato il Commissario delegato e Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. “Non e’ una questione di poco conto – spiega – considerato che i centri storici dell’Abruzzo interno sono oggi la principale risorsa economica dei rispettivi Comuni al pari di quello che il monumentale centro storico dell’Aquila e’ per il Capoluogo dell’Abruzzo”. Secondo Chiodi “non possiamo permettere che la ricostruzione possa essere realizzata ‘a macchie’, escludendo, per i piccoli Comuni, le parti comuni di edifici costituiti solo da seconde case o con unico proprietario: le strutture esterne delle abitazioni dei centri storici sono comunque un patrimonio da tutelare e, se possibile, da valorizzare. Il rilancio economico dei territori colpiti dal sisma del 6aprile 2009 passa anche attraverso la ricostruzione, l’adeguamento sismico e il recupero dei borghi, nella loro interezza. Come ho piu’ volte richiesto in passato, auspico che questo tema possa essere ora definitivamente affrontato e risolto”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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