L’AQUILA – L’assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, annuncia che “a giorni arriverà in Consiglio regionale la proposta di Legge del sottoscritto che, tenendo conto dell’evoluzione del settore in questi anni, mira alla modernizzazione e all’aggiornamento della normativa in tema di raccolta dei tartufi”. Il testo disciplina la possibilità di limitare da parte della Regione, per questioni strettamente ambientali e ai fini della tutela ed incremento del patrimonio tartuficolo del territorio, la ricerca e la raccolta dei tartufi. “Questo aspetto risulta quanto mai rilevante visto che le modifiche alla normativa vigente (risalente al 1988) – precisa Febbo – approvate in Consiglio regionale il 19 giugno scorso, potrebbero presentare dubbi di costituzionalità in quanto i Comuni non hanno competenza a limitare la libera raccolta dei tartufi. Oggi – aggiunge l’assessore – dopo un percorso costruttivo e condiviso con gli operatori del settore ed un ascolto attento delle associazioni presenti sul territorio, abbiamo potuto porre le basi per una legge organica contenente un’adeguata normativa in materia di raccolta, commercializzazione, tutela e valorizzazione dei tartufi. Si potranno raccogliere e commercializzare per il consumo nove forme diverse di tartufo, appartenenti a sette specie distinte mentre si assicura una maggiore flessibilità attraverso la raccolta su tutto il territorio regionale, la variazione del calendario e delle quantità di raccolta giornaliere per esigenze legate alla tutela e all’incremento del patrimonio tartuficolo”. Sono queste alcune tra le più rilevanti novità introdotte con la nuova Legge per la tutela, la valorizzazione e la commercializzazione del tartufo in Abruzzo. “Infatti – spiega Febbo – abbiamo coinvolto produttori, raccoglitori, commercianti, trasformatori e ristoratori del settore dei tartufi per essere sicuri del lavoro che stiamo portando avanti per una eccellenza che negli ultimi anni ha avuto un ruolo marginale. Con la nuova Legge è partito il progetto di valorizzazione del Tartufo della nostra Regione per diventare un punta di diamante tra le tante eccellenze abruzzesi”. Un altro importante aspetto innovativo della nuova legge è rappresentato dall’identificazione delle “Zone geografiche di raccolta e produzione”: ciò è possibile in quanto la Regione Abruzzo oggi, a differenza di tante altre Regioni, dispone della “Cartografia delle aree vocate”. La Giunta Regionale ha la possibilità di promuovere l’istituzione di un marchio di qualità del tartufo abruzzese e sostenere tutte quelle iniziative orientate alla promozione del prodotto quali attività di ricerca, sperimentazione, tutela, percorsi gastronomici dedicati. La tecnica di raccolta rimane pressoché invariata; viene eliminato l’uso dello zappetto, rimane solo l’uso del vanghello mentre la validità del tesserino passa da 6 a 10 anni. Da segnalare una variazione importante rispetto alle norme in vigore relativamente alla tassa di concessione regionale che, a fronte dell’aumento previsto, prevede di destinare il 50% delle entrate ad attività inerenti la ricerca, sperimentazione, tutela e valorizzazione del tartufo istituendo, a tal proposito, uno specifico capitolo di spesa”.