L’AQUILA – Raccontare un Abruzzo magico e nascosto è stato sin dall’inizio il programma del Festival Internazionale di Musica Pietre che cantano, che ha fatto riscoprire ad un vasto pubblico le gemme preziose dell’Arte abruzzese con i suoi concerti ambientati nei più bei luoghi d’arte dei borghi storici aquilani e dell’Aquila.
In questo intervento di Pietre che cantano all’interno dei Cantieri dell’Immaginario , curato da Luisa Prayer, direttore artistico del Festival Internazionale di Musica Pietre che cantano, e prodotto in collaborazione con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, Gifuni legge alcune delle belle e struggenti pagine che il Gadda giornalista, inviato speciale in Abruzzo de La Gazzetta del Popolo, scrisse tra il 1934 e il 1935, in un suo passaggio dal Fucino, attraverso l’Altopiano delle Rocche fino alla Città dell’Aquila, al Gran Sasso, e poi Teramo.
Dei sette articoli scritti per il giornale, quattro furono inseriti nel volume pubblicato dall’editore Parenti nel 1939, poi ripubblicato da Einaudi nel 1964 , dal titolo “Le meraviglie d’Italia”: una collezione di articoli dedicati a paesaggi e umanità di vari luoghi d’Italia, con un titolo che “evoca quello dei Mirabilia medievali”, come ebbe a notare Dante Isella,”i repertori guida dei pellegrini alla scoperta delle magnificenze dell’Urbe”.
I quattro brani abruzzesi sono poi stati ripubblicati nel 2001 in un volume della Fondazione Carispaq dal titolo “Meraviglie d’Abruzzo”, a cura di Errico Centofanti, arricchita da scritti critici e approfondimenti d’indagine storica e sociale del curatore, che hanno permesso la ricostruzione dettagliata dell’itinerario gaddiano in Abruzzo, così come delle storie dei personaggi e degli avvenimenti citati.
Nella serata del 20 luglio verranno letti all’Aquila due capitoli: “Genti e terre d’Abruzzo”, dedicato al tragitto dal Fucino verso L’Aquila, passando per l’Altopiano delle Rocche, fino all’arrivo in città, e “Le tre rose di Collemaggio”, dedicato alle bellezze del paesaggio umano e artistico e allo scenario naturale della città stessa. La penna del grande scrittore lombardo verga pagine di intenso lirismo, commosso nel ritrarre la bellezza della natura e dell’arte aquilana, e della città nel suo insieme ( straordinaria, di tono quasi epico la descrizione del mercato di frutta e verdura di Piazza Duomo ), e nel cogliere, nelle figure del paesaggio umano, una primitività ingenua e generosa. E’ un Abruzzo che fa risuonare corde profonde nello scrittore, un Abruzzo che si scava un posto nel suo immaginario per ricomparire, come nota Centofanti nei suoi scritti critici, in passaggi successivi di altre opere gaddiane.
La lettura di questi testi è affidata a Fabrizio Gifuni, il cui teatro si è indissolubilmente legato al nome di Carlo Emilio Gadda, cui ha dedicato anni di ricerche sfociate nel progetto “Gadda : antibiografia di una Nazione” e nei due pluripremiati spettacoli ’Na specie de cadavere lunghissimo” e “L’Ingegner Gadda va alla guerra o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro”, entrambi per la regia del grande Giuseppe Bertolucci, recentemente scomparso. Gifuni è attore tra i più significativi ed attuali del teatro e del cinema italiano: dopo la performance aquilana, sarà premiato il 22 luglio, con la moglie attrice Sonia Bergamasco, al Giffoni Film Festival, e il 27 riceverà al festival Le Isole del Cinema il premio Gian Maria Volontè 2012.
Un libero commento musicale, essenziale per dare alla lettura il respiro di un ascolto maggiormente partecipe, è affidato al cuore abruzzese di un poeta della fisarmonica, Cesare Chiacchiaretta, musicista trascinante e commovente, interprete e ricreatore, con le sue improvvisazioni, di un mondo lontano ma ancora vivo nella memoria collettiva, e quindi, forse, non del tutto perduto.
FABRIZIO GIFUNI
Rivelazione europea al Festival di Berlino nel 2002, Fabrizio Gifuni è uno degli attori più affermati del panorama italiano, teatrale e cinematografico. Al cinema ha preso parte a circa trenta film, collaborando, fra gli altri, con Gianni Amelio (“Così ridevano”), Marco Tullio Giordana (“La meglio gioventù” e “Romanzo di una strage”), Liliana Cavani (“De Gasperi”), Ridley Scott (“Hannibal”).
Il teatro resta il centro della sua ricerca. Ideatore e interprete, dal 2002 al 2012 lavora al pluripremiato progetto “Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione” con gli spettacoli “ ’Na specie de cadavere lunghissimo” e “L’Ingegner Gadda va alla guerra o della tragica istoria di Amleto Pirobutirro”, entrambi per la regia di Giuseppe Bertolucci. Per il secondo monologo riceve, nel 2010, prestigiosi riconoscimenti fra i quali due Premi Ubu – come miglior spettacolo e miglior attore dell’anno – e il premio dell’Associazione nazionale critici teatrali come miglior interprete. Nel luglio di quest’anno riceverà i premi del Giffoni Film Festival e il Premio Gian Maria Volontè 2012.
CESARE CHIACCHIARETTA
Nato a Chieti, vincitore di importantissimi concorsi internazionali, primo premio a Castelfidardo nel 1993, Cesare Chiacchiaretta, fisarmonicista e bandoneonista, è conosciuto in tutto il mondo come interprete di un ampissimo repertorio concertistico, da Rota a Weill, al Nuevo Tango, al repertorio contemporaneo, e come improvvisatore ed arrangiatore. Ha suonato sotto la direzione di Riccardo Muti ( Teatro dell’Opera di Roma), di Leo Brouwer ( Orchestra Vox Aurea), di Pavel Berman (Kaunas Chamber Orchestra), ha creato spettacoli con moltissimi artisti (Elio delle Storie Tese, Corrado Giuffredi, Giampaolo Bandini, Danilo Rossi, Lorna Windsor, Massimo Mercelli, Arnoldo Foà). Ricercatissimo didatta, i suoi allievi si sono affermati in importanti concorsi internazionali.