L’AQUILA – Al trascorrere delle 10 giornate lavorative la ditta incaricata della presunta messa in sicurezza ha riconsegnato il cantiere tra lo stupore e la rabbia dei semplici cittadini, perlopiù paganichesi stupiti e attoniti per la trasformazione subita dal vecchio tunnel della Madonna d’Appari. A dire il vero erano già stati i tanti i “sopralluoghi” individuali compiuti da improvvisati “direttori dei lavori” locali e “sovrintendenti amatoriali”, semplici cittadini armati di macchinetta fotografica intenzionati a testimoniare, a lavori in corso, lo scempio che si andava prospettando!
Al di là delle motivazioni legittime di garantire la sicurezza stradale, si potrebbe entrare nei metodi attuativi con cui tale operazione è stata condotta, sia a livello ingegneristico sia amministrativo, a nostro avviso palesemente scorretti e con risultati decisamente penalizzanti. Non vogliamo entrare nel merito di quelle che potevano essere le possibili alternative, sicuramente meno impattanti, di “messa in sicurezza” del tunnel o della mancata concertazione coi rappresentanti e amministratori locali (almeno di una preventiva presa visione del progetto), forse la Provincia dell’Aquila, nella persona dell’assessore Guido Liris, ignora quanto i paganichesi siano legati al complesso della Madonna d’Appari, forse ignora quanto la presenza del Santuario sia un tutt’uno con il caratteristico ambiente naturale che lo circonda ed il fatto che quel Tunnel, realizzato nel lontano 1876-77, era egli stesso un elemento importante e prezioso per l’intera vallata, vero e proprio portale di accesso alle bellezze del Gran Sasso (non per niente la originaria perimetrazione del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga indicava proprio lì il punto di accesso al parco).
A queste dimenticanze dobbiamo aggiungere il mancato coinvolgimento della sovrintendenza? Possibile che questo ente non sia stato coinvolto preventivamente in occasione di un lavoro cosi delicato? forse qualcuno si sarebbe dovuto domandare se quello strano “edificio” addossato alle rocce non fosse un M.E.P. (Moduli ecclesiastici provvisori), e che dalle vibrazioni provocate dai continui colpi di due enormi martelli pneumatici i preziosi affreschi tardo-cinquecenteschi che rivestono le pareti della chiesa potessero addirittura ricevere qualche danno! Per non parlare dell’assenza di un regolare cartello di inizio-fine cantiere, ditte coinvolte, importo dei lavori.
La messa in sicurezza di alcune venature di roccia che potevano anche essersi indebolite minacciando i passanti prevedeva anche la squadratura del tunnel, guarda caso, a sagoma di Camion? la rete elettrosaldata e la splendida foderatura in cemento delle sue pareti rocciose? Strano che nei giorni immediatamente successivi al terremoto del 6 aprile, quelle stesse imponenti pareti di roccia calcarea non subirono la stessa “cura provincia”, visto che la strada rimase chiusa per mesi per la messa in sicurezza con l’intervento dell’esercito italiano e con tanto di inaugurazione solenne alla presenza, “sotto tunnel”, dell’ex ministro della difesa Ignazio La Russa, ministro ancora oggi ignaro di avervi rischiato la vita!
Sempre qualcuno dimentica forse che l’accesso all’autostrada per i camion delle numerose attività estrattive della zona può essere garantito dal ben più comodo accesso di L’aquila est, e che la strada di Valle Verde possa essere addirittura chiusa ad un certo traffico pesante evitando quindi di sfregiare, seppur indirettamente, uno dei monumenti più belli dell’intera provincia, uno dei pochi uscito miracolosamente illeso dal terremoto e autentico volano per la locale economia legata ai matrimoni e al turismo religioso!
Sentiti ringraziamenti quindi al nostro ente provinciale per la premura con la quale si preoccupa per la nostra incolumità, e che da oggi speriamo che proprio in quel tratto si manifesterà seriamente sotto forma di controllo della velocità, visto che da oggi camionisti e automobilisti si sentiranno autorizzati a sfruttare la nuova e ampia carreggiata dove invece prima erano costretti, per ovvi motivi di sicurezza a rallentare, e vista la quotidiana presenza di appassionati di arrampicata sportiva che frequentano la zona! In ultimo un pensiero va quell’esercito di volenterosi candidati alle elezioni comunali appena trascorse e autoelettisi a paladini del territorio e delle frazioni, cosi rapidamente consumati e stremati dall’agone manifestato nel distribuire santini e fac simile, a quei pochi che sono risultati, a tutti quei cittadini indignati da questi lavori irrispettosi della natura dei luoghi in cui viviamo, vi informiamo che proprio nella stessa zona infatti è previsto l’attraversamento del megametanodotto della Snam rete gas, perpendicolare e sostenuto da imponenti sostegni in cemento (in sopraelevata) sulla strada provinciale S.S. 17, un’opera imponente contro la quale questa associazione e altri comitati locali e regionali si stanno battendo da anni ed il cui iter autorizzativo è giunto ormai alle battute finali, speriamo quindi di vedervi coinvolti direttamente nelle prossime iniziative, sempre se ce ne saranno, contro questo ennesimo e inutile scempio che si intende perpetrare ai danni del nostro sempre meno vivibile ambiente!!!
Salviamo Paganica Onlus
LIRIS RISPONDE ALLE CRITICHE DELLA ONLUS “SALVIAMO PAGANICA”
“Sono estremamente costernato e amareggiato – dichiara l’Assessore alla Viabilità, Guido Quintino Liris – per la presa di posizione della Onlus Salviamo Paganica, che evidentemente non ha contezza dell’entità dei lavori che hanno coinvolto la galleria della chiesa di Madonna d’Appari, nonché della loro rilevanza rispetto al territorio; dimostra, quasi, di non voler “salvaguardare”, poi così tanto la vita dei cittadini.
La Provincia dell’Aquila, in tempi record e considerando lo stato di gravità, ha messo in sicurezza un tratto strategico per la viabilità della zona, rimuovendo le rocce instabili per proteggere l’incolumità dei fruitori della strada. Desidero ricordare – prosegue Liris – che la mancata stabilità delle rocce ha creato parecchi problemi, tra cui anche lesioni ai parabrezza delle macchine a causa di pietre che cadevano, instabilità acuita a seguito del terremoto, tanto che il tratto venne chiuso per 6/7 mesi.
Nessuno si permetta di insinuare che sono indifferente all’affetto che lega gli aquilani al Santuario della Madonna d’Appari, – tuona l’Assessore – tanto che abbiamo velocizzato i lavori proprio per garantire il mantenimento della strada aperta al fine di raggiungere la Chiesa che non è mai stata messa in pericolo in tutto il suo splendore architettonico. Tant’è vero che le fratture rocciose, per quanto caratteristiche, avrebbero potuto comportare la chiusura della tragitto.
Inoltre, la sensibilità dell’Amministrazione provinciale alle istanze del territorio viene dimostrata costantemente, infatti è in fase di ultimazione il percorso pedonale della Madonna d’Appari, concordato con il relativo Comitato, con cui ho incontri frequenti.
Infine, voglio sottolineare che la Sovraintendenza è stata coinvolta costantemente, pertanto inviterei l’associazione a non trascendere nel falso.
Viene da chiedersi se per la Onlus, la conservazione delle rocce, valga la sicurezza della vita dei cittadini”.