L’AQUILA- Giovanni Lolli è persona perbene e in questo momento non vuole raccontare balle a nessuno, tanto meno agli aquilani terremotati. Perciò ha messo le mani avanti, e alla vigilia del varo della ‘legge Barca’ per la ricostruzione della città e che sta per essere approvata dal parlamento, ha voluto precisare bene come stanno le cose. Attenti, ha detto, a non capire male su quello che sarà l’intervento del governo per le seconde case dei centri storici. Le cose stanno così: 1) : nei centri storici di tutti i Comuni del cratere le parti comuni e strutturali delle seconde case vengono rimborsate sempre quando siano inserite in aggregati, anche nel caso in cui si tratti di aggregati di sole seconde case. 2) Solo nel centro storico del Comune dell’Aquila vengono ricostruite nelle parti strutturali anche le seconde case isolate di unico proprietario e anche non adibite ad abitazione (attività produttive, negozi, eccetera). 3) Resta valida per tutti i proprietari di seconde case l’ulteriore possibilità di accedere al finanziamento dell’80% per le parti interne e fino a 80.000 euro, se èperò non abbiano già usufruito di un finanziamento per la prima abitazione. Per il resto, ha spiegato Lolli, restano non finanziate le parti strutturali degli alloggi isolati di tutti i centri storici tranne quello dell’Aquila e le seconde case isolate delle periferie per le quali rimane confermato il finanziamento fino all’80% con un tetto ad 80.000 euro.
IL BLUFF DELLA LEGGE BARCA
Questo è quanto prevede la ‘legge Barca’ nel capitolo ricostruzione. L’unica novità è lo stabile in centro, all’Aquila, di unico proprietario che avrà diritto alle riparazioni strutturali che prima non erano previste. Il resto era già contemplato dalle vecchie ordinanze. Dunque un autentico bluff, come abbiamo già scritto. Per quanto riguarda la governance, si ha la sensazione che gli uffici di coordinamento, uno per L’Aquila e uno per i Comuni del cratere, saranno sotto lo stretto controllo di Roma e che il governo abbia voluto ridurre di molto il potere dei Comuni per gestire in proprio la ricostruzione. Insomma, da un commissariamento ad un altro.