L’AQUILA – La riorganizzazione delle province non può limitarsi a guardare esclusivamente le competenze sempre più limitate degli enti provinciali ma deve accettare la sfida di integrare i territori esaltando le specializzazioni di ciascuno di essi.
Pertanto, in relazione all’argomento in oggetto, la scrivente O.S. dichiara che la soluzione più giusta e strategicamente più convincente è quella che vede la regione suddivisa in due province scaturenti dall’accorpamento di L’Aquila con Teramo e di Chieti con Pescara.
Tale soluzione porterebbe alla nascita di due province omogenee con potenzialità e problematiche analoghe. Inoltre la nascita delle succitate province, oltre a garantire il potenziamento dell’area metropolitana Pescara-Chieti, porrebbe fine al deleterio dualismo tra aree costiere ed aree montane.
L’area metropolitana Pescara-Chieti potrà diventare il trampolino di lancio nei confronti dei Balcani grazie anche all’aeroporto ed al porto di Ortona. L’Aquila e Teramo, ben collegate da una importante arteria autostradale che in tempo ragionevole le congiunge a Roma, potranno valorizzare le loro vocazioni basate sulla ricerca scientifica, l’alta tecnologia, il turismo culturale e quello costiero.
Le altre proposte di cui si parla in queste settimane appaiono del tutto inadeguate.
La proposta che prevede l’accorpamento di Chieti-Pescara-Teramo è la più dannosa e deve essere evitata. Suddividere la regione in una provincia nettamente più forte sia demograficamente che economicamente ed una provincia più povera cui verrebbero confinati tutti i problemi relativi alle zone interne ed alla ricostruzione post-sisma, appare una soluzione che, anziché puntare al rilancio della regione, porterebbe alla fine dell’Abruzzo.
La proposta che prevede il territorio regionale diviso in 3 province con l’accorpamento di Pescara con Teramo è una facile soluzione di ripiego che, oltre a non offrire qualsivoglia prospettiva strategica, sancirebbe la fine dell’area metropolitana Pescara-Chieti (che di fatto esiste) e farebbe comodo solo a coloro che non vogliono assumersi alcuna responsabilità decisionale.