L’AQUILA-Due lettere stanno per essere spedite dal presidente della Regione, Gianni Chiodi. I due destinatari sono l’ex presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, e l’esonente leghista Mario Borghezio. Lo ha rivelato, questa mattina, lo stesso presidente della Regione Abruzzo nel corso del confronto sul tema “L’Abruzzo tra risanamento e sviluppo”, che si e’ svolto nella sede dell’Aeroporto d’Abruzzo.
Un incontro moderato dal direttore del quotidiano “Il Centro”, Mauro Tedeschini ed animato dalla stesso Chiodi e dall’economista statunitense, ma abruzzese d’origine, Dominick Salvatore, docente della Fordham University di New York. “Subito dopo l’elezione, – ha raccontato Chiodi – durante una delle prime Conferenze delle Regioni alle quale partecipai, l’approccio di Martini, allora presidente della Toscana, nei miei confronti, in quanto presidente della Regione Abruzzo, non fu dei piu’ teneri. Dopo il fallimento del 2007, infatti, avevamo perso autorevolezza e credibilita’.
Oggi la situazione e’ molto cambiata – ha rivendicato Chiodi – i conti dell’Abruzzo sono in equilibrio. Cosi’ e’ stato certificato nel 2010 e nel 2011 e cosi’ sara’ anche nel 2012. La Toscana non puo’ dire altrettanto”. La seconda missiva e’ per Mario Borghezio che, riferendosi alla ricostruzione post-terremoto a L’Aquila, affermo’ che l’Abruzzo rappresentava solo un peso. Ebbene, – ha fatto notare Chiodi – Borghezio sara’ messo a conoscenza del fatto che non solo l’Abruzzo non e’ la Regione piu’ indebitata d’Italia anche che, in questa poco invidiabile classifica, e’ stata superata dal Lazio e dal Piemonte. Non so se Borghezio sia veneto o piemontese – ha aggiunto il Presidente – ma e’ certo che Veneto e Piemonte non sono tra le quattro regioni in avanzo di bilancio come invece e’ l’Abruzzo, insieme a Lombardia, Umbria e Marche”.
Tuttavia, secondo Chiodi, il fatto che l’economia sia ormai globalizzata, sta a significare che non si puo’ governarla a livello locale. “Per questo non si puo’ e non si deve guardare all’Abruzzo come ad un sistema chiuso – ha proseguito – ma come ad un microcosmo, anzi ad un microterritorio, che va inserito in un contesto nazionale, europeo e mondiale. Altrimenti, l’analisi rischia di essere fuorviante”.
E’ la premessa che il presidente della Regine, Gianni Chiodi, ha fatto prima di ripercorrere la rotta costruita per avviare il difficile processo di risanamento che sta andando ancora avanti. Un cammino virtuoso che e’ stato sottolineato dallo stesso Dominick Salvatore che ha incentrato il suo intervento sulla situazione economica mondiale e sulle difficolta’ del sistema Italia ad essere competitivo.
“MENO DEBITI E NESSUN AUMENTO DELLE TASSE”
“Dopo tre anni e mezzo di legislatura, – ha spiegato Chiodi – e’ stato ridotto l’indebitamento del 14%. Infatti, da 4 mld si e’ passati a 3,2 mld (circa 800 milioni di euro in meno di debito) e per la fine del 2012 sara’ ridotto di circa il 25%. Tuttavia, non e’ stato previsto nessun aumento di tasse(a parte l’accisa sulla benzina, per un breve periodo, a causa del buco della sanita’ e l’aumento del bollo auto) ma non e’ stato contratto nessun nuovo debito.
La spesa pubblica e’ stata tagliata di un terzo”. Sono questi i punti salienti del percorso di razionalizzazione intrapreso dalla Regione. Nel dettaglio, sono stati diminuiti i dirigenti di 31 unita’, i dipendenti di 115 unita’, e’ stata dimezzata la spesa dei collaboratori esterni, da 6.328.000 a 3.276.000, cosi’ come il parco auto regionale e sono state assorbite le Agenzie Regionali Arssa, Aptr, Abruzzo Lavoro. Sono state messe in liquidazione societa’ ed enti in deficit: come la SIR (societa’ di ingegneria regionale) e l’ARET (agenzia regionale per il territorio).
Tutte queste azioni hanno contribuito a portare il bilancio in equilibrio. “Tuttavia, la nostra azione – ha continuato – non e’ stata animata da una visione ragionieristica ma e’ stata indirizzata a far ripartire le leve dello sviluppo attraverso la riduzione della spesa pubblica e la contestuale diminuzione della pressione fiscale”. Il presidente della Regione ha messo a confronto l’Abruzzo con le altre regioni italiane in relazione alle esportazioni, al lavoro, alla sanita’, al turismo, al livello di istruzione, alla spesa per il personale, ai beni e servizi e alle previsioni del Pil secondo Banca d’Italia, Unioncamere, Corte dei Conti e Svimez.
“L’Abruzzo nel 2011 e’ al terzo posto per l’incremento percentuale delle esportazioni con una variazione del 14,7% rispetto al 2010 contro una media nazionale del 11,4, ma e’ addirittura al primo posto per incremento percentuale del tasso di occupazione con una variazione del 1,3% rispetto al 2010 contro un valore nazionale rimasto invariato. Il tasso di occupazione dell’anno 2011 e’ stato pari al 56,8% mentre nel 2010 ha raggiunto il 55,5%. Il tasso di disoccupazione giovanile, invece, nel 2011 e’ sceso dello 0,3% mentre nella media nazionale e’ rimasto invariato cosi’ come il tasso di disoccupazione giovanile in Abruzzo, nel 2011, e’ sceso del 3,9% mentre la media nazionale e’ salita dell’1,3%”. Nel rivendicare la primogenitura in tema di spending review, il Presidente ha ricordato la riconversione dei piccoli ospedali che ha riguardato i presidi di Gissi, Casoli, Pescina e Tagliacozzo.
“RICONVERTITI CON SUCCESSO I PICCOLI OSPEDALI”
Per il presidio di Guardiagrele si sta procedendo alla riconversione in PTA. Riconversione che ha portato ad un aumento delle prestazioni ambulatoriali erogate e risposte piu’ appropriate per la popolazione locale. Si e’ operato un sensibile taglio dei posti letto: nel 2008 erano pari a 5.495 con un tasso per 1000 abitanti pari al 4,2, nel 2011 sono 4.677 con un tasso per 1000 abitanti pari al 3,5. L’Abruzzo, a tal proposito, e’ gia’ in linea con il Governo che prevede il 3,7 per 1000 abitanti. Riguardo ai privati accreditati, la spesa si e’ ridotta del 3% rispetto al 2008 e finalmente i privati hanno aderito ad un sistema di regole e di valori condivisi.
E’ stato prodotto risparmio sulla farmaceutica con il ricorso a gare sui farmaci, con un risparmio del 22,6% e quindi di 20 milioni ogni anno per tre anni, e sui vaccini con un risparmio del 12%, quindi di 742.200 euro ogni anno per tre anni. “Quando ci siamo insediati, non potevamo rivelare che occorreva una medicina forte per poterci risollevare dal baratro – ha confessato il presidente della Regione – eppure, sostanzialmente tutti, da Monti ad Hollande, alla Bce, hanno sostenuto che il rilancio dell’economia dipendera’ dal risanamento dei conti pubblici.
Forse, qualcuno dimentica che l’Abruzzo e’ come se fosse stato catapultato in una specie di “guerra” ed in guerra si sa che ci sono delle priorita’. La nostra era la Regione piu’ indebitata e i cittadini abruzzesi i piu’ tartassati ma l’Abruzzo e’ stata anche la prima Regione ad essere commissariata cosi’ come la prima ad essere andata in default il 16 marzo 2007 con ben 4 miliardi di euro di debito sul groppone. Per questo, abbiamo dovuto aggredire quelle debolezze che avevano portato alla pressoche’ totale mancanza di risorse e di autorevolezza sui tavoli nazionali.
Dopo l’amara medicina, – ha sottolineato Chiodi – la ricetta per il rilancio non puo’ che passare per la riduzione della tassazione, cosa che ci apprestiamo a fare nella prossima Finanziaria, e per il completamento dei processi di semplificazione e riordino del sistema degli Enti locali. Oggi l’Abruzzo e’ sicuramente piu’ forte – ha sostenuto – ma il problema e’ che il modello sociale europeo e’ saltato del tutto. Infatti, se e’ vero che la salute e’ un diritto e non puo’ avere un prezzo, la sanita’ ha un costo e la sanita’ universalista, che da’ tutto a tutti, ha un costo che non e’ piu’ sostenibile”