L’AQUILA – Il progetto di una Casa delle donne nasce a L’Aquila dopo il sisma che l’ha colpita nell’aprile del 2009. Nell’ottobre del 2010 per iniziativa della Biblioteca delle Donne “Melusine”, Centro Antiviolenza per le donne, Donne in Nero e la rivista Leggendaria, con l’adesione delle donne del circolo Arci Querencia, del Comitato Familiari Vittime della Casa dello Studente, dell’Associazione Genitori si diventa, degli Artisti Aquilani, delle donne dello SPI CGIL e della Rete delle donne CGIL, si è costituito il Comitato Donne Terre Mutate che a breve diventerà una Associazione.
Il Comitato ha organizzato a L’Aquila, il 7 e 8 maggio 2011, l’evento nazionale BEN VENGANO LE DONNE A MAGGIO. MANI-FESTIAMO. SIAMO TUTTE AQUILANE al fine di creare una rete nazionale di donne singole e associate a sostegno delle aquilane nella realizzazione, nel centro storico della città, di una Casa delle donne.
Già prima del terremoto dell’aprile 2009 si avvertiva a L’Aquila la necessità di una Casa delle donne che rispondesse ai bisogni emersi dalle numerose azioni portate avanti negli anni dalle associazioni di donne che da tempo operano sul territorio.
Tra le iniziative più importanti, prima e dopo il terremoto, che hanno rappresentato momenti di crescita collettiva e condivisa citiamo: l’impegno per i consultori familiari e per una maternità, paternità e genitorialità consapevoli; l’impegno contro la violenza nei confronti delle donne; le iniziative di promozione della lettura e di presentazione di libri e di riflessioni e studio su scrittrici, filosofe, pensatrici, partigiane; la raccolta di firme per il cambiamento dello Statuto Comunale e per una rappresentanza 50/50 all’interno della giunta e degli enti della città; mobilitazione per il sostegno all’Appello “188 donne per la188”per ripristinarela Legge188 del 2007 che impediva la pratica delle “dimissioni in bianco”.
Il terremoto che ha colpito la città dell’Aquila e i paesi del cratere – con il portato di disgregazione e scomposizione del tessuto urbano e delle relazioni al suo interno – ha reso ancora più evidente il bisogno di luoghi di incontro delle donne. Donne che all’indomani del sisma hanno dovuto ritessere le fila di una quotidianità interrotta violentemente dal terremoto.
Da questo contesto, drammatico e vitale a un tempo, è nato il percorso iniziato nell’ottobre 2010 e che ci porta oggi a confermare la nostra comune volontà e l’interesse a far nascere una Casa delle donne a L’Aquila.
Il lavoro e il percorso fin qui compiuti ci fanno condividere le basi su cui vogliamo costruire la “Casa delle Donne Terre Mutate” .
La nostra Casa è:
un luogo per sé e per le altre; un luogo di donne, per le donne; un luogo di dialogo e confronto al femminile, per ascoltare, condividere e dare valore al sapere, al pensare e al fare femminile, di ogni cultura; un luogo del femminismo e dei movimenti delle donne; un luogo di elaborazione e di organizzazione politica autonoma e autodeterminata; un luogo contro la violenza sulle donne;
un luogo contro il patriarcato e ogni forma di militarizzazione; un luogo di ascolto, solidarietà e sostegno per le donne in momentaneo disagio; un luogo dove prendersi cura di sé e del sé, pensare al proprio benessere psicofisico, dove esprimere la propria creatività e recuperare il valore anche del gioco e della leggerezza; la nostra idea di “ricostruzione ” della città, la nostra tutela dei beni comuni; il nostro concreto progetto per e della città, per e di tutte le donne che hanno condiviso il maggio 2011 – dell’Aquila, d’Italia e del mondo – partendo proprio da noi; un luogo per il recupero di pratiche e memoria delle donne.
Un luogo, quindi, che possa ospitare:
– il Centro Antiviolenza
– la Bibliotecadelle donne come spazio per lettura, cineforum, conferenze, seminari, ricerche
– uno sportello di orientamento per – e sostegno a – tutte le realtà femminili
– uno spazio per le adolescenti e relativa offerta socio-culturale specifica
– un osservatorio nazionale su donne e cronaca
– un laboratorio di produzione culturale e politica
– un centro di documentazione
– un luogo dotato di spazi e strutture di servizio a supporto delle varie attività.
Sappiamo che la gestione di una Casa delle donne richiede un grande impegno e una eccezionale mobilitazione di risorse umane ed economiche, ma non partiamo da zero.
Ci dà forza la staffetta che dall’indomani del 7 e 8 maggio 2011 ci sta portando in tante città d’Italia a illustrare il nostro progetto, su invito delle donne che hanno risposto al nostro appello: “Venite a vedere l’Aquila com’è. Siamo tutte aquilane”. Ad oggi, sono 22 gli incontri organizzati con le Donne TerreMutate per condividere “il sogno della Casa” e far conoscere la realtà aquilana: Bologna, Amelia (Terni), Gemona e Udine, Volterra, Martignano (Trento),Carsoli (L’Aquila), Genova, Arcidosso (Grosseto), Livorno, Milano, Ravenna, Verona, Torino, Pesaro, Senigallia, Macerata, Bolzano e Merano, Padova, Città Sant’Angelo (Pescara), Mirandola (Modena).
Contiamo su numerose donne attive, impegnate da anni a produrre e diffondere politica e cultura delle donne, riunite in gruppi, associazioni, coordinamenti o singolarmente nei diversi luoghi della loro vita quotidiana. Lo fanno per passione e per amore del proprio genere, senza ricavarne denaro né posizioni di potere personale: non ci sembra oggi una risorsa da poco. Mettiamo tutto questo a disposizione delle donne e della città nella certezza che questo patrimonio potrà attraversola Casadelle donne, essere rilanciato e arricchito con la partecipazione attiva di altre e soprattutto delle giovani donne.
Per la rilevanza sociale, politica, culturale e simbolica di questo luogo, per il diritto al riconoscimento che le donne de L’Aquila si sono guadagnate prima e ancor più dopo l’evento sismico che ha colpito tutte e tutti, chiediamo con forza che gli Enti e le Istituzioni locali, in primo luogo Comune Provincia e Regione si impegnino pubblicamente e concretamente alla realizzazione della Casa.
Al riguardo vogliamo portare a conoscenza dei cittadini e delle cittadine quanto segue.
E’ noto che al Commissario delegato alla ricostruzione, ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3978 dell’8 novembre 2011 (art. 10 comma 2), sono stati assegnati 1,5 milioni di euro per la realizzazione di un centro poliedrico per le donne, sito anche fuori dal territorio del cratere sismico, avvalendosi della Consigliera regionale di Parità quale soggetto attuatore. I fondi sono stati già trasferiti alla Regione Abruzzo e lo stesso Presidente Chiodi, in qualità di Commissario, con il decreto n. 134 del 14 agosto c.a. (pubblicato sul sito web il 16 agosto c.a.) ha disposto che entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto (entro il 15 settembre) la Consigliera regionale di parità debba trasmettergli un progetto di massima per la realizzazione del centro. Cosa si sta facendo?
Vogliamo trasparenza! Vogliamo avere le opportunità di accedere all’assegnazione dei fondi di cui ci sentiamo destinatarie e per il cui utilizzo abbiamo già un progetto! Tra i compiti che la legge assegna alla Consigliera di parità non vi è traccia di quanto disposto nella ordinanza e riteniamo inconcepibile che ancora una volta si faccia di tutto per dirottare fondi destinati alla ricostruzione fisica e sociale fuori dal cratere sismico.