I Carabinieri del Comando Provinciale dell’Aquila, nella mattinata odierna, hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Avezzano Maria PROIA, nei confronti di 20 persone, (in gran parte di origine marocchina) domiciliate in Luco dei Marsi e ritenute responsabili di aver posto in essere, nell’ambito del bacino del “Fucino”, un’organizzazione delinquenziale finalizzata allo spaccio di consistenti quantità di sostanze stupefacenti.
L’operazione denominata “Empty Den”, è stata diretta dal pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avezzano, Guido COCCO, che, accogliendo le risultanze delle indagini svolte per circa un anno dai militari del N.O.R. della Compagnia di Avezzano, ha sottoscritto, insieme al Procuratore della Repubblica,Vincenzo BARBIERI, la richiesta di ordinanze presentata al G.I.P.
LE INDAGINI DEI CARABINIERI
L’indagine ha permesso di mettere in luce un contesto delinquenziale organizzato ed articolato nel quale operavano fattivamente circa 30 soggetti. Complessivamente sono stati oltre 150 i capi d’imputazione contestati nei confronti degli indagati, anche con riferimento a singole attività di smercio di stupefacenti. La prova dell’attività criminale svolta sono gli oltre120 grammidi cocaina, complessivamente sequestrati ed i 50.000 € circa rinvenuti, quale provento dell’ illecito mercato.
L’indagine, con diverse attività anche dall’alto contenuto tecnologico, è stata avviata nel mese di gennaio 2011 sulla scorta di convergenti spunti investigativi emersi a seguito di alcuni arresti di stranieri di origine marocchina, alcuni dei quali hanno assunto un ruolo preponderante nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti nel comprensorio della Marsica, avendo come base operativa Luco dei Marsi.
CONTATTI CON I TRAFFICANTI LOMBARDI
E’ proprio in tale ambito che le indagini hanno permesso di individuare delle particolari personalità criminali capaci di gestire il traffico di stupefacenti anche grazie ai contatti, di più alto livello, con personaggi dell’area lombarda, che garantivano l’approvvigionamento della droga da immettere nel mercato marsicano, divenuto molto fertile.
Ovviamente non è da sottacere che l’appartenenza ad una unica etnia ha favorito l’operatività delle persone coinvolte, anche per lo stato di clandestinità che ha caratterizzato alcuni immigrati irregolari.
Proprio per questo, per lo specifico idioma utilizzato nel corso delle conversazioni captate e per la difficoltà di penetrazione all’interno di un particolare tessuto sociale, gli accertamenti si sono sviluppate con molta difficoltà.
GLI ITALIANI COINVOLTI E L’AGGRESSIONE A UN CARABINIERE
Le indagini hanno però fatto emergere anche il coinvolgimento di soggetti italiani residenti, oltre che a Luco dei Marsi, anche a Cerchio, Celano, San Benedetto dei Marsi ed in alcuni comuni della “Valle Roveto”. Alcuni di loro, dopo aver acquistato lo stupefacente dagli extracomunitari, lo dettagliavano ulteriormente cedendolo, ovviamente a pagamento, ad altri assuntori.
Le indagini hanno inoltre permesso di ricostruire l’aggressione subita, il 02 giugno 2011, da un Appuntato della Stazione Carabinieri di Luco dei Marsi. Gli autori, tutti identificati, avrebbero agito nel tentativo di consentire la fuga ad un complice che era stato bloccato dal militare e trovato in possesso di circa5 grammidi cocaina. In quella circostanza, come si ricorderà, il militare, pur avendo subito lesioni, come conseguenza della violenza patita, riusciva, anche grazie all’apporto di altro militare, ad arrestare lo “spacciatore” e a sequestrare lo stupefacente.
I NASCONDIGLI DELLA DROGA
Le indagini hanno, inoltre, consentito di acquisire nuove informazioni sulle metodiche di occultamento della droga, adottate proprio per depistare i militari operanti ed evitare di perdere la preziosa fonte di illecito arricchimento. Questa è, ad esempio, la chiave di lettura del rinvenimento di oltre80 grammidi cocaina e di 42.500 euro in contanti, occultati tra la vegetazione dei “Piani dei Palentini”, della frazione Cese di Avezzano, ad una certa distanza da Luco dei Marsi, dove i controlli dei Carabinieri si erano fatti per i criminali eccessivamente pressanti, tanto da rendere i luoghi di normalmente occultamento poco sicuri per gli scopi criminali.
Le indagini hanno, altresì, consentito di acclarare il possesso, da parte di uno degli indagati, di una pistola con la quale aveva anche minacciato di morte un connazionale sospettato di avere sottratto, all’organizzazione, stupefacente e denaro (invero sequestrato dai Carabinieri).
I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE
Come accennato, nella mattinata odierna si è dunque conclusa l’attività di indagine, con l’esecuzione di una ordinanza di misure cautelari nei confronti di 20 persone (16 colpite da custodia cautelare in carcere, 1 destinataria di arresti domiciliari e 3 persone gravate dal obbligo di dimora nel comune di residenza). Sono state complessivamente eseguite 14 misure cautelari e sono ancora attivamente ricercati 6 soggetti alcuni dei quali, già individuati, risultano avere di recente lasciato l’Italia per il proprio paese d’origine.
L’operazione sul campo è stata condotta mediante l’impiego di un dispositivo composto da circa 80 militari del Comando Provinciale nonché da Unità Cinofile antidroga e da un velivolo proveniente da Pratica di Mare.
Nello stesso contesto sono state eseguite, complessivamente, circa trenta perquisizioni domiciliari anche nei confronti degli altri soggetti indagati, tutti appartenenti alla medesima organizzazione.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari e a seguito di queste sono state rinvenute 9 ampolle di cocaina, 16.000€ complessivi e materiale vario per il confezionamento dello stupefacente. è stata anche rinvenuta su un balcone una bomba carta del peso di oltre un etto, opportunamente nascosta sul balcone dell’abitazione presumibilmente pronta all’uso in caso di necessità. Gli elementi rinvenuti, oltre ha consolidare il complessivo impianto accusatorio, aggraveranno ulteriormente la posizione di alcuni imputati.