L’AQUILA – Quattro anni di reclusione per Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis, gia’ vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.
E’ la condanna chista dai pm Fabio Picuti e Roberta d’Avolio al termine della due giorni di requisitoria nell’ambito del processo alla Commissione Grandi Rischi accusata di aver rassicurato gli aquilani, nella riunione del 31 marzo 2009, quando sarebbe stata scartata l’ipotesi di un terremoto, poi avvenuto il 6 aprile, al termine di un lungo sciame sismico.
Nel corso delle richieste di condanna alla pena di 4 anni di reclusione per i sette membri della Commissione Grandi Rischi, i pm Fabio Picuti e Roberta D’Avolio hanno motivato la pena per la morte di 29 persone, mentre gli imputati sono stati scagionati per il decesso di altre sette persone.
LE VITTIME DELLA CDR
In particolare i sette membri della Commissione GRandi Rischi, sono stati condannati per la morte di: Silvana Alloggia, Giovanna Berardini, Anna Berardina Bonanni, Claudia Carosi, Elvezia Ciancarelli, Adalgisa Cicchetti, Davide Cinque, Matteo Cinque, Alessandra Cora, Antonella Cora, Claudio Fioravanti, Maria Pia Germinelli, Giuseppina Germinelli, Micaela Germinelli, Rosa Germinelli, Francesco Giugno, Luigi Giugno, Jussein Hamadi, Franca Ianni, Vezio Liberati, Patrizia Massimino, Domenico Parisse, Maria Paola Parisse, Ilaria Placentini, Ilaria Rambaldi, Annamaria Russo, Claudia Spaziani, Paola Tomei, Daniela Vicini e Fabrizia Vittorini. Gli stessi sono stati condannati anche per le lesioni cagionate a Cinzia Di Bernardo, Anna Paola Pulcheri, Stefania Cacioppo, Shaim Hiasham.
Gli imputati sono stati invece scagionati per la morte di Adelma Colaianni, Stefania Di Marco, Paolo Di Marco, Aurelio Giallonardo, Giuseppina Vasarelli, Alessio Di Pasquale, Alessio De Simone e per le lesioni cagionate a Piergiorgio Lauri.
EVA:”ME L’ASPETTAVO”; SELVAGGI:”DEVO ANCORA CAPIRE”; DE BERNARDINIS:”NO COMMENT”
“Me l’aspettavo”. Questo il commento dell’imputato Claudio Eva dopo le richieste dei pm, Fabio Picuti e Roberta D’Avolio a quattro anni di reclusione. “Devo ancora capire”, e’ stato invece il commento di Giulio Selvaggi, mentre Bernardo De Bernardinis non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
SECONDO GIORNO CON LA REQUISITORIA DELLA D’AVOLIO
E’ ripresa questa mattina la requisitoria del pubblico ministero Roberta D’Avolio (ieri a parlare e’ stato per 9 ore il pm Fabio Picuti) l’udienza del processo alla Commissione Grandi rischi. Dopo aver illustrato ieri i presunti comportamenti omissivi dei sette esperti riuniti all’Aquila il 30 marzo del 2009, oggi nella fase conclusiva della requisitoria, il pm D’Avolio si soffermera’ illustrando il nesso causale tra le presunte rassicurazioni della Cgr e il comportamento degli aquilani indotti a restare in casa la notte del 5 aprile 2009 e che poi hanno perso la vita dopo la scossa delle 3.32.
Diversi gli esempi che il magistrato ha illustrato in aula nei quali tramite le testimonianze dei sopravvissuti o dei parenti delle vittime, ha dimostrato i comportanti antecedenti il dramma del 6 aprile da parte delle vittime e quelli assunti dopo le rassicurazioni rese dagli esperti subito dopo la riunione. “Si tratta – ha detto tra l’altro il pm – di casi in cui la morte delle persone e’ esclusiva, univoca o assorbente alle rassicurazioni fornite dalla Commissione Grandi Rischi”.
IL RESOCONTO DI IERI
TERREMOTO, LA COMMISSIONE AVREBBE AGITO IN MODO “FUORVIANTE”
“Quando sono venuti all’Aquila, gli imputati hanno proceduto ad analisi carente, inidonea, inadeguata e colposamente ingannatoria perche’ leggendo il verbale troviamo una serie di affermazioni banali, autocontradditorie, inutili e fuorvianti”.
Lo ha detto nel corso della requisitoria il pubblico ministero Fabio Picuti. Parlando infatti dell’affermazione del presidente vicario dell’organo Franco Barberi, sostanzialmente “la sequenza sismica non e’ un precursore” di una forte scossa, il pm ha fatto notare che e’ contraddittoria rispetto a studi e posizioni di altri imputati che erano presenti.
“Nessuno che abbia detto mitighiamo questa frase, il professor Dolce non replica nulla – ha aggiunto Picuti – Questa fu la riunione del 31 marzo della commissione Grandi rischi! E’ solo il primo esempio di analisi carente, idonea inadeguata e colposamente ingannatoria, ce ne sono plurimi. E io glieli passero’ in rassegna tutti, giudice. Se non mi leva la parola”, ha concluso ironicamente”.
RIPRENDE IL PROCESSO CON 8 ORE DI REQUISITORIA
Il processo è ricominciato oggi, e arrivera’ alla sentenza entro massimo un mese. E’ uno dei piu’ importanti filoni della maxi inchiesta sui crolli del terremoto della Procura della Repubblica dell’Aquila, avviata dallo scomparso procuratore Alfredo Rossini.
Il primo a parlare e’stato alle 9 il sostituto procuratore Fabio Picuti. Domani sara’ la volta del sostituto procuratore Roberta D’Avolio per altre quattro ore. In aula sono presenti cinque dei sette imputati: Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis (l’unico che fino a oggi e’ stato sempre presente in aula), gia’ vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile, Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti. Assenti Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e.
L’organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio e’ alla sbarra all’Aquila per aver sottovalutato il rischio sismico e fornito false rassicurazioni agli aquilani nella riunione del 31 marzo 2009, causando 309 morti nella devastante scossa del successivo 6 aprile: un’accusa che ha fatto discutere, creando subito le fazioni dei pro e dei contro. La sentenza e’ prevista entro il 23 ottobre. Le parti civile si concluderanno il primo ottobre, in particolare con Giulia Bongiorno, uno dei ‘principi del foro’ che partecipano a questo processo. Il 9 e il 10 ottobre sara’ la volta delle arringhe dei difensori dei sette imputati e poi restano fissate altre quattro udienze per eventuali repliche: 16, 17, 22 e 23 ottobre.
GRANDI RISCHI: PM, PER QUELLE FRASI LA GENTE E’ MORTA
“Nel 1995 l’imputato Boschi aveva previsto con probabilita’ 1, quindi con certezza, una scossa 5.9 nel ventennio successivo in questa zona. Informazione non fornita nella riunione, non al pubblico ma agli altri componenti Cgr. Informazione incompleta, carente e ingannatoria e’ stata percio’ definire improbabile forti terremoti e non fare menzione di questo studio”. Lo ha detto il pm Fabio Picuti nel corso della requisitoria, parlando dei contenuti del verbale della Commissione Gradi Rischi, secondo il magistrato “ricco” di incongruenze, sottovalutazioni.
“Quanto a un’altra frase del verbale – ha aggiunto – in cui si afferma ‘c’e’ da attendersi danni alle strutture’,la stessa dimostra un’analisi del rischio contraddittoria e carente. La teste Lorella Salvatori l’ha interpretata come riferita al passato mentre il vice prefetto Braga l’ha riferita a un possibile scenario di evento, una previsione del futuro.
Nessuno degli altri imputati ha chiesto chiarimenti”. Poi ancora un esempio su quanto affermato da Boschi: “Boschi ha detto – ha riferito in aula sempre Picuti – ‘escluderei scosse’ e nessuno si e’ alzato in piedi a contestare. Una frase improvvida e smentita dai fatti. Per via di quella frase la gente e’ morta, ecco il giudizio di colpa, prevedibilita’ ed evitabilita’”.
RINVIATA AL 26 NOVEMBRE UDIENZA “SATELLITE” GRANDI RISCHI
Il giudice Giuseppe Romano Gargarella ha rinviato al 26 novembre la discussione di una questione relativa a un filone d’indagine satellite rispetto al processo principale. La questione e’ legata a un processo satellite, autonomo ma destinato a confluire in quello principale, che riguarda 19 parti civili le quali, escluse dal procedimento sulla commissione Grandi Rischi, hanno presentato opposizione alla richiesta di archiviazione. Gli imputati nel processo sono: Bernardo De Bernardinis, Franco Barberi, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce.
PICUTI, NESSUNA DISTORSIONE DALLA STAMPA
“La stampa non c’entra niente. E’ stata solo la cassa di risonanza fedele delle istanze degli imputati e dei contenuti della riunione”. Lo ha detto nel corso della sua requisitoria il pm Fabio Picuti, discutendo sul capitolo di 30 pagine, dedicato alla stampa e alle presunte distorsioni che avrebbe messo in campo.
Parlando della discussa intervista prima della riunione da parte dell’imputato Bernardo De Bernardinis divenuta famosa per la risposta tranquillizzante tanto da ‘poter bere un bicchiere di vino’, la stessa – ha affermato il pm – ‘e’ circostanza irrilevante ai fini del giudizio di responsabilita’ verso gli imputati. L’accusa ha rilevato che il professor De Bernardinis ha detto quelle parole prima della riunione, “e altro non sono se non il manifesto dell’esito della riunione della Commissione grandi rischi. L’intervista non dice niente di piu’, niente di meno e niente di diverso di quello che poi e’ stato detto nel corso della commissione”.
Il pm ha poi fatto altri esempi di familiari delle vittime del sisma che hanno visto l’intervista e se ne sono accorti che era stata resa prima, ma cionondimeno sono stati lo stesso tranquillizzati. Tra questi l’avvocato Maurizio Cora, che ha perso la moglie e le due figlie. ‘Aspettavamo notizie dalla Cgr come la manna’ ha detto nella deposizione il legale, e questo “e’ un simbolo”, ha osservato Picuti. Il 30 marzo ha fatto uscire la figlia con 39 di febbre, la sera del 5 aprile con la figlia in salute sono rimasti a casa. Perche’ lo hanno rassicurato”.
PM, DAL 2005 SI SAPEVA DI UN FORTE TERREMOTO
“Dalle cartine sulla pericolosita’ sismica al momento della riunione della Commissione Grandi Rischi, si diceva che l’Aquila aveva il 15 per cento di possibilita’ di scuotimento di un terremoto pari o superiore al 5.5 della scale Richter, in un arco temporale di 10 anni, perche’ non e’ stato detto?.
Boschi e Selvaggi in un articolo pubblicato a settembre 2009, ovvero a cinque mesi di distanza dal devastante sisma, hanno dichiarato che il terremoto si sapeva che si sarebbe abbattuto perche’ dal 2005 sull’area era presente una crisi. E’ un dato che ci proviene dal massimo rappresentante dell’Ingv perche’ non lo ha mai detto?”.
Lo ha affermato nella sua requisitoria il pm Fabio Picuti, parlando di cio’ che i sette componenti la Cgr avrebbero invece dovuto fare. “Addirittura – ha aggiunto – anche il Cnr era arrivato alla stessa valutazione, studio che e’ stato trasmesso all’Ingv che ne ha fatto lettera morta”.