L’AQUILA – Quel giovedì 23 settembre 1943 dovevano essere giustiziati in dieci, poi uno di loro fu graziato perchè ritenuto inoffensivo a causa di un problema ad un braccio: gli altri furono obbligati a scavare due fosse
e, poco dopo le 14, uccisi con un colpo alla nuca.
Quello dei “Nove martiri aquilani” è ormai ritenuto uno dei primissimi (se non il primo) episodi di resistenza di civili contro i nazi-fascisti. Dal 2008 gli studenti delle scuole superiori aquilane ricordano i loro sfortunati coetanei non solo con cerimonie solenni, ma anche ripercorrendo quel sentiero da S. Sisto a Collebrincioni che era stato teatro dei fatti di quel lontano’43.
Questi avvenimenti solo da poco sono entrati stabilmente nella coscienza civica della nostra città: basti pensare che solo dal 2006 c’è il picchetto militare ufficiale. Si deve a pochi (storici, insegnanti…) la ri-scoperta di questi eventi. L’I.A.S.R.I.C. ha unito le forze con quelle dell’I.T.I.S. (poi I.I.S.) “D’Aosta” per creare un legame tra i giovani d’allora e quelli di oggi.
La giornata è dunque iniziata con l’alzabandiera nel piazzale del “D’Aosta”, quindi i “camminatori” (del “D’Aosta” e del “Colecchi”) hanno compiuto il cammino fino alla “Madonna Fore” (quest’anno il sentiero è
impercorribile oltre, per le bonifiche del bosco); infine, insieme ai ragazzi del Liceo Musicale, è stata svolta la parte finale della celebrazione nella caserma “Pasquali” presso il luogo della fucilazione.
Sono state ore particolari, che hanno evidenziato grande maturità nei ragazzi (non tutti aquilani), consci che quello che stavano facendo non era qualcosa di (inutilmente) retorico, ma che serviva a creare un legame forte con il passato, in cui la memoria serviva da “benzina” per il presente.