L’AQUILA- Da un’intervista al ‘Messaggero’, l’assessore all’Assistenza alla popolazione Fabio Pelini, ci fa sapere una serie di cose molto interessanti. E cioè che: 1) il contributo di autonoma sistemazione “non interessa più gli aquilani” (titolo dell’articolo); 2) che veniva percepito anche da persone con residenza all’estero o con case di proprietà (dunque non ne avevano diritto); che “alti funzionari dello Stato” che lo avevano avuto indebitamente “hanno restituito fino a 30.000 euro”; 3) che alcuni alloggi del Progetto Case erano utilizzati “soltanto nei fine settimana o per feste private”; 4) che il Comune intende dare un taglio a tutte le ‘furbate’ che meglio sarebbe chiamare col proprio nome, e cioè: illeciti di carattere penale.
Diamo atto all’assessore Pelini di ciò che sta facendo, il suo impegno di moralizzazione è lodevole. Su una cosa tuttavia non ci ha ancora risposto: perché le verifiche non siano arrivate prima, ma siano state avviate soltanto a tre anni e mezzo dal terremoto. Noi riteniamo che, oltre alle ‘furbate’ e al resto, non siano stati esercitati i dovuti controlli quando era ora. Adesso ci aspettiamo che anche la magistratura verifichi se questi controlli ci sono stati e chi li doveva fare nei tempi e nei modi dovuti (Antares).