L’AQUILA – Non c’è l’arcivescovo metropolita monsignor Molinari nella ‘lista della discordia’, quella dei 200 e passa ‘vip’ chiamati a presenziare all’inaugurazione del nuovo auditorium nel parco del Forte Spagnolo, e neppure il suo ausiliario monsignor D’Ercole.
Dice: neppure ai due presuli piace il ‘cubo’ dell’archistar Renzo Piano, o forse non gradiscono il maestro Abbado o più in generale la musica sinfonica. E’ una battuta? Certo che lo è, ma fino a un certo punto quando rifletti che monsignor Molinari e monsignor D’Ercole hanno avuto parole di fuoco sul registro delle unioni civili varato da poco dalla ‘giunta laica’ del sindaco Cialente.
E monsignor D’Ercole è lo stesso degli apprezzamenti poco lusinghieri verso l’amministrazione, intercettati nell’ambito dell’inchiesta sul caso Cavaliere – Traversi. Dunque non sono ‘amici’. E’ davvero così o ci sbagliamo? Potrebbe spiegarlo la ‘papessa Stefania’, come potrebbe dirci perché nell’elenco non figurino Alessandro Preziosi, direttore del Tsa, o altri rappresentanti dello Stabile abruzzese, ma vi siano stati inclusi direttori di eventi artistici come, ad esempio, i “Cantieri dell’Immaginario” o addirittura il vertice al completo della Carispaq.
Ci sbagliamo? Forse. Forse siamo un po’ troppo maliziosi e diffidenti. Certo è che il malcontento che ha suscitato la ‘lista’ fin dal giorno in cui sono trapelate le prime indiscrezioni sulla sua composizione, è palpabile.
Si dirà che era inevitabile e che i mugugni ci sarebbero stati in ogni caso. Probabile. Ma certe esclusioni sono indicative, per noi, della volontà di scegliere tra ‘buoni e cattivi’, ‘amici e non amici’, ‘contigui e non’. Ben venga, insomma, anche la società civile, ma ‘quella che diciamo noi’. O ci sbagliamo?