L’AQUILA – E’ iniziata oggi la due giorni no stop con gli interventi della difesa nel processo ai sette componenti della commissione Grandi Rischi per il terremoto del 6 aprile 2009. Ad alternarsi gli avvocati degli imputati, tutti principi del foro, che proveranno a demolire le accuse della Procura dell’Aquila basate sulla considerazione che la commissione in qualche modo aveva lasciato aperta la probabilita’ che una forte scossa comunque non ci sarebbe stata.

Il primo a parlare e’ l’avvocato Marcello Melandri, legale di fiducia di Enzo Boschi, ex Responsabile dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). A seguire sara’ la volta del difensore di Franco Barberi, l’avvocato Luigi Petrelli.

NEL POMERIGGIO ARRINGA DI MUSCO

Nel pomeriggio ci sara’ l’arringa dell’avvocato Enzo Musco, che insieme all’avvocato Alessandra Stefano si occupa della difesa di Gian Michele Calvi. I sostituti procuratori Fabio Picuti e Roberta D’Avolio hanno invocato la condanna di tutti gli accusati a quattro anni di reclusione contestando l’accusa di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni gravi.

L’organo consultivo della presidenza del Consiglio e’ accusato nella sua composizione del 2009 per aver compiuto analisi superficiali e aver dato false rassicurazioni agli aquilani prima del 6 aprile 2009, causando la morte di 309 persone.

TUTTI GLI IMPUTATI:

Gli imputati sono Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi,Bernardo De Bernardinis (l’unico che fino a oggi e’ stato sempre presente in aula), gia’ vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto C.a.s.e., Claudio Eva, ordinario di fisica all’Universita’ di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile.

AVVOCATO MELANDRI, NESSUNO HA RASSICURATO

“Nessuno ancora ha risolto il problema di chi e’ stato ad avere rassicurato la popolazione aquilana che sicuramente e’ stata rassicurata, io non metto in dubbio questo, ma certamente ne’ dalla Commissione Grandi Rischi ne’ in particolare dal professor Enzo Boschi, per questo ho chiesto l’assoluzione per il mio assistito per non avere commesso il fatto”.

Lo ha detto l’avvocato Marcello Melandri, legale di fiducia di Enzo Boschi, ex numero “uno” dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) a margine della sua arringa durata circa tre ore nell’ambito del filone d’inchiesta sulla Commissione Grandi Rischi (Cgr). “Il pubblico ministero – ha aggiunto – afferma che oltre all’autorevolezza dei partecipanti alla riunione che lui definisce i migliori scienziati, c’e’ l’aspetto dell’ apparato che sempre per il pm e’ scenografico e amplificatore per influire maggiormente sulla popolazione aquilana.

Boschi non ha partecipato a tutto questo. Ripeto che la popolazione sia stata rassicurata non lo metto in dubbio, io metto solo in dubbio che qualcuno della Commissione lo abbia fatto, come esito della Commissione; se poi uno lo fa per proprio conto e’ un altro problema. Nessuno della Commissione, in fase della riunione degli esperti ha voluto rassicurare, la stampa dal canto suo ha travisato. Nel verbale c’e scritto che non si puo’ dire se L’Aquila poteva essere interessata da altre scosse”.

TELEFONATA STATI-BERTOLASO:NON SI POTEVA DIRE CHE NON CI SAREBBERO STATE ALTRE SCOSSE

Parlando della telefonata all’ex assessore regionale alla Protezione civilealla Daniela Stati da parte di Guido Bertolaso, (ex numero uno del Dipartimento di protezione civile) lo stesso avvocato Melandri ha aggiunto che “si’ e’ vero che Bertolaso ha parlato di far riunire la Cgr all’Aquila, per rassicurare e mettere su un’operazione mediatica ma tutto cio’ nel senso di dire che non era vero che all’Aquila non ci sarebbero state altre scosse e che questo particolare andava diffuso il piu’ possibile”.

“Oggi sono certo – ha concluso l’avvocato Melandri – che se fosse stato in vita il procuratore capo della Repubblica dell’Aquila, Alfredo Rossini e avesse letto le carte e le prove testimoniali rivolgendosi al pm Fabio Picuti avrebbe detto: “A Fabie’ non ci prova’”. Era stato nella precedente udienza lo stesso Picuti a ricordare cio’ che gli aveva detto Rossini in relazione ai propri dubbi professionali che gli erano venuti a causa del comportamento delle difese, e la rassicurazione del procuratore capo era stata: “A Fa’, ce stanno a prova’”.

Condivisione.

Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

  • Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666
  • Direttore responsabile: Christian De Rosa
  • Editore: Studio Digitale di Cristina Di Stefano
  • Posta elettronica:
  • Indirizzo: Viale Nizza, 10