L’AQUILA – L’assoluzione di tutti i sette imputati con la formula “perche’ il fatto non sussiste e con il rigetto delle domande risarcitorie delle parti civili”. Sono le conclusioni rassegnate dall’avvocato Carlo Sica, in rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, citato quale responsabile civile nell’ambito del processo contro i sette membri della Commissione Grandi Rischi, in svolgimento all’Aquila.
“Non ci sono colpe – ha detto l’avvocato Sica – ma il fatto, ovvero il terremoto e non e’ colpa di nessuno si si e’ materializzato nella rappresentazione sociale che ha indotto nella notte del 5 aprile alcune persone a rimanere in casa”. Per Sica, gli imputati “si sentono delle vittime”.
“Si tratta di un processo documentale, questa commissione e’ giuridicamente nulla. Con meno di dieci componenti sara’ una chiacchierata tra esperti ma non e’ riunione. E questo processo dovrebbe gia’ finire qua, questo processo non ci doveva stare”. Ha proseguito in aula nella sua arringa difensiva l’avvocato dello Stato Carlo Sica. E parlando del verbale della Cgr, Sica ha detto: “Il verbale della riunione (31 marzo 2009, ndr) non era conoscibile perche’ redatto e sottoscritto dopo il 6 aprile 2009, mentre gli altri presupposti erano rimasti interna corporis.
Sotto la cenere c’e’ un’idea, che Bertolaso abbia organizzato una sorta di pantomima mediatica mandando 7 killer a dire agli aquilani state tranquilli. Se questo fosse stato il suo intendimento non avrebbe telefonato a Daniela Stati (ex assessore regionale della Protezione civile) ma lasciato le cose come stanno: c’era il comunicato della Protezione civile regionale che diceva che non ci sarebbero state piu’ scosse, quale migliore occasione? Invece no”. “La Commissione era giuridcamente nulla.
La loro presenza all’Aquila era una partecipazione funzionale nulla di piu'”. “Il verbale – ha detto sempre Sica – e’ uno solo ed e’ quello del 31 marzo. Nel corso della riunione giravano fogli bianchi, fatti al volo in cui gli elementi erano il nome, l’ente di appartenenza e la firma, tutto cio’ non e’ attribuibile ad una bozza ma serviva a sapere chi fosse presente. Si tratta di un errore di lettura delle carte processuali. I due verbali tra l’altro non sono dissonanti”.