L’AQUILA – Con 34 dipendenti, 7 prodotti Dop, Igp, Doc e Docg, 3 presidi Slow Food e oltre 100 prodotti tradizionali il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga rischia di scomparire, insieme agli altri 23 parchi nazionali, nell’ambito della spending review, che prevede tagli al personale del 10 per cento e si aggiunge alla drastica riduzione di fondi già operata negli ultimi anni. A lanciare l’allarme sono gli addetti del parco, nell’annunciare che parteciperanno, davanti al ministero dell’Ambiente giovedì prossimo 25, alla manifestazione contro i tagli indiscriminati alla rete delle aree protette italiane.
Il personale, si legge in una nota del Parco, è «altamente qualificato e motivato, lavora a stretto contatto con soggetti economici impegnati in agricoltura, zootecnia, artigianato, educazione ambientale, turismo. Personale dedito al costante monitoraggio scientifico della fauna selvatica e della flora spontanea, alla ricerca scientifica, al contrasto dell’abusivismo edilizio, alla prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, alla gestione di centri visita e strutture culturali e naturalistiche».
Su 44 totali, il parco Gran Sasso-Monti della Laga annovera 23 comuni ricadenti nel cratere sismico individuato a seguito del terremoto del 2009: nonostante difficoltà economiche crescenti l’ente ha continuato a offrire servizi in quest’area per la promozione e riqualificazione del territorio, anche aprendo centri visita.
«Se mancasse la strategica azione dell’ente parco – conclude la nota – il territorio protetto sarà nuovamente esposto a speculazione e sfruttamento indiscriminato e subirà danni irreversibili allo sviluppo socio-economico dell’ambiente montano, con il serio rischio di cancellare le politiche richieste dall’Unione Europea e sottoscritte in pieno dalla Regione Abruzzo e dallo Stato italiano».