E’ bastata una circolare dell’Inps per cancellare una legge dello Stato che riconosceva alle imprese aquilane, aziende, partite Iva, studi professionali, lo sconto del 60 per cento sul rimborso delle ‘tasse del terremoto’, quelle sospese nei mesi successivi al sisma. Una legge varata dal precedente e tanto bistrattato governo, e che l’esecutivo attuale, in tutta evidenza, ha tenuto in nessun conto. E’ l’ennesimo scivolone del governo dei tecnici voluto da Napolitano, dopo l’incredibile storia degli esodati di Elsa Fornero, l’arrogante ministra del Lavoro che ha la figlia ‘genia’ con incarichi ben retribuiti in due distinte università, o dopo la nomina del parlamentare Pd Luigi Nicolais alla presidenza del Cnr, e della deputata, anch’essa ‘piddina’, Giovanna Melandri, detta la Melandrina, alla presidenza del Maxxi, il museo nazionale delle Arti.

Ora a Massimo Cialente, sindaco di questa città, che sotto il tendone di Piazza Duomo ha chiamato gli aquilani alla guerra contro l’Inps e la Fornero, vorremmo chiedere se abbia per caso notizia del ministro Fabrizio Barca, suo amico e sodale politico e di fatto supercommissario della ricostruzione dei Comuni del cratere. E se sia in grado di dirci che fine abbia fatto. A noi sembra che nel pieno di quest’ennesima bufera che stiamo attraversando, Barca si sia defilato, come mai avrebbe fatto, ad esempio, Gianni Letta che la legge sullo sconto del rimborso delle tasse sospese ispirò e fece approvare. A molti è venuto il sospetto che Barca abbia voluto mantenere un profilo così basso per evitare altre grane dopo quelle che gli sta procurando la mancata ricostruzione del centro storico. Dunque la domanda è legittima: Barca, chi l’ha visto di grazia? Cialente risponda, anche se comprendiamo la stizza del sindaco sempre pronto a prendersela con qualcuno, e oggi rimasto senza una sponda in una vicenda che sta creando amarezza e delusione nella città.

 

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