L’AQUILA – “Spero che si arrivi quanto prima a una norma che consenta agli scienziati di poter svolgere il loro lavoro delicato in modo sereno”. E’ l’appello che ha rivolto al Parlamento il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, nel corso di un’audizione in commissione Ambiente alla Camera. Il sistema di comunicazione, ha detto Gabrielli, prevede un rigido protocollo, ovvero che “qualsiasi comunicazione viene fatta dalla Protezione Civile e non dalla Commissione Grandi rischi”. “Il fatto che sette persone con ruoli diversi siano state punite alla stessa maniera – ha aggiunto – rivela che c’e’ un problema: o pensiamo che siamo in mano a folli, o, molto piu’ semplicemente, c’e’ un problema di definizione delle responsabilita’”.
La norma “non significa salva questo o salva quest’altro, ma semplicemente significa far lavorare con serenita’ la comunita’ scientifica”, ha specificato poi Gabrielli. “Viviamo una condizione di grande deficienza – ha aggiunto il capo della Protezione Civile – dobbiamo ricostruire e rigarantire il rapporto con la comunita’ scientifica che si e’ incrinato”.
“Sono decine e decine gli esperti che ogni giorno vengono chiamati a fare previsioni: con tutto il rispetto per i membri della commissione grandi rischi, che ho convocato tra l’altro solo cinque volte, io sono preoccupato per tutti loro”. Cosi’ il capo del dipartimento della protezione civile, Franco Gabrielli, ha commentato la sentenza che ha condannato in primo grado i sette componenti della commissione grandi rischi. Parlando davanti alla commissione Ambiente della Camera dei deputati, Gabrielli ha quindi sottolineato la necessita’ di varare una norma che consenta agli scienziati di lavorare serenamente e che a tal fine si e’ rivolto anche al governo per un eventuale decreto legge. Il capo della protezione civile ha poi affermato che quello che gli interessa “sono le conseguenze della sentenza sul sistema” e ha aggiunto: “se c’e’ qualcuno che ha truccato le carte allora paghi”.