L’AQUILA- E’ finita con tre rinvii a giudizio l’inchiesta della Procura aquilana su presunte irregolarita’ per la ristrutturazione della questura del capoluogo seriamente danneggiata dal sisma del 2009. L’appalto, inizialmente quantificato in 3 milioni di euro, e’ poi lievitato fino a 18 milioni. Gli imputati, che devono rispondere di abuso d’ufficio, sono l’ex provveditore interregionale alle Opere Pubbliche per l’Abruzzo, il Lazio e la Sardegna, Giovanni Guglielmi, il responsabile del procedimento Giuliano Genitti, il direttore dei lavori, Lorenzo De Feo, e Carlo Clemente, rappresentante dell’amministrazione pubblica per conto della quale aveva firmato il contratto con la ditta esecutrice dei lavori. Il rinvio a giudizio e’ stato disposto dal Gup Giuseppe Romano Gargarella che ha fissato il processo al prossimo 4 aprile. A condurre le indagini erano stati gli uomini del Nucleo di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza dell’Aquila.
Le indagini furono avviate dopo che la locale sezione della Corte dei conti fu insospettita dal forte lievitamento dei costi e gli atti furono trasmessi al procuratore capo Alfredo Rossini e da questi alla guardia di Finanza. Nel frattempo il nuovo provveditore, Donato Carlea, decise di ritirare l’affidamento per indire una nuova gara, vinta dall’Associazione temporanea d’impresa (Ati) Nidaco-Califel. Inizialmente, dunque, si decise di affidare i lavori per un appalto di quasi tre milioni. Ma va anche detto che successivamente la quantificazione dei danni ebbe una stima piu’ consistente. Inizialmente l’indagine aveva visto coinvolti i rappresentanti del Comitato tecnico amministrativo che dette il via libera all’affidamento, poi scagionati nel corso delle indagini preliminarii