L’AQUILA – Dieci anni di risultati scientifici e sociali per la Banca degli Occhi dell’Aquila, dal 2002 centro di riferimento regionale per le donazioni e i trapianti di cornea e per le membrane amniotiche, non solo per l’Abruzzo ma anche per il Molise. La ricorrenza della struttura sanitaria diretta da Germano Genitti è stata celebrata oggi nel corso di un evento di rilevanza nazionale che si è svolto nel capoluogo, con l’adunata delle 13 Banche in Italia per il settimo Congresso nazionale della Società italiana banche degli occhi (Sibo).
Quella aquilana è stata fondata con il professor Emilio Balestrazzi, ringraziato nel corso dell’evento, e negli anni è diventata una struttura d’eccellenza, come confermato dai vertici della Asl aquilana e dagli esponenti istituzionali che sono intervenuti. “Festeggiamo il decennale come centro di riferimento regionale, dieci anni importanti perché siamo riusciti a diffondere la cultura della donazione in Abruzzo”, ha detto Genitti spiegando il più importante risultato centrato.
Tra gli altri traguardi della Banca aquilana, “abbiamo processato 2 mila tessuti ed effettuato migliaia di trapianti, incrementato il know how con il progetto membrana amniotica per le cellule staminali, acquisito certificazioni e l’inserimento nel Piano sanitario regionale come centro di riferimento”.
A puntare forte sulla Banca aquilana è il direttore generale della Asl numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Giancarlo Silveri. “La Banca degli Occhi dell’Aquila – ha commentato – ha un valore non solo per la regione Abruzzo ma anche per il Centro Italia. Guardiamo alla sua efficienza sempre con grande attenzione, ricordo che subito dopo il terremoto del 2009 abbiamo fatto un reparto a norma con le direttive Sibo e ci teniamo che si sviluppi sempre di più”.
Silveri ha anche spiegato che nell’ottica di un rafforzamento “stiamo sensibilizzando i vari direttori di Oculistica delle altre Asl abruzzesi ad avere una maggore attenzione verso questa struttura”. Tra le autorità presenti anche il vice sindaco dell’Aquila, Roberto Riga, e il prefetto del capoluogo, Francesco Alecci. Ai lavori ha partecipato anche il vice presidente vicario del Consiglio regionale d’Abruzzo, Giorgio De Matteis.
“L’evento di oggi – ha affermato – sancisce la rilevanza scientifica, professionale e qualitativa di questa struttura, un punto di riferimento in campo nazionale”. De Matteis ha sottolineato che “in questo momento si impongono scelte per l’utilizzo di risorse finanziarie nella sanità non solo abruzzese ma in tutto il Paese e la Banca aquilana è a pieno titolo tra le priorità. Un fiore all’occhiello – ha concluso – che va potenziato anche in collaborazione con le altre Regioni”.
Banche degli Occhi collegate in rete tra loro per migliorare la scelta dei tessuti da trapiantare e confrontare e perfezionare le tecniche di intervento. Questa la “alleanza” tra le strutture italiane, con possibilità di allargamento a livello europeo e mondiale, emersa oggi dal settimo congresso nazionale della Società italiana banche degli occhi (Sibo), che si è svolto all’Aquila presso la sala congressuale dell’hotel “La dimora del baco”. Tra i presenti il luminare australiano Graeme Pollock, direttore del Lions Eye Donation Service presso l’Ophtalmology Eye and Ear Hospital dell’Università di Melbourne, in Australia, che ha spiegato di aver “apprezzato moltissimo questo cambiamento nella comunicazione: una realtà locale come L’Aquila – ha sottolineato il professore – si è posta il problema di comunicare globalmente e abbia organizzato uno scambio di esperienze di alto livello”.
Per il futuro, secondo Pollock, sarà necessario “far emergere l’attività di donazione e di trapianto anche in zone come l’Africa e l’Asia, su cui abbiamo informazioni scarse e contrastanti e situazioni con luci e ombre, per lavorare in modo armonico”. Il professor Diego Ponzin, presidente della Fondazione Banca degli occhi del Veneto, la prima fondata in Italia e la più importante d’Europa, ha tracciato un quadro della situazione italiana.
“È buona, l’Italia è il primo Paese in Europa come donazione di tessuti corneali, anche se un po’ a macchie di leopardo – ha commentato – Siamo vicini a soddisfare completamente il fabbisogno. Nell’eye-banking, in vent’anni è stato recuperato il ritardo con cui siamo partiti e ci poniamo ai primi posti europei”.
C’è ancora da lavorare sulla sensibilizzazione, tuttavia, per Orlando Del Governatore, presidente del Club Asdoc, onlus della Argovision Srl che si occupa proprio di questo aspetto grazie a 100 punti vendita ottici attivi sul territorio. “Negli ospedali – il suo invito – devono crearsi punti di raccordo con persone formate adeguatamente che convincano i parenti di chi perde la vita alla donazione”. Il presidente Sibo Pietro Torresan, a capo della Banca degli Occhi della Regione Marche, ha spiegato la rete che verrà creata facendo l’esempio di un nuovo progetto “che stiamo attuando e vede coinvolte anche le Università, sia dell’Aquila che di Ancona, cui siamo collegati. Con la rete – ha assicurato il professore – ci saranno un miglioramento dell’attività di eye-banking ma soprattutto il perfezionamento della scelta delle cornee da trapiantare”.
“Nel trapianto – ha ricordato Torresan – la principale problematica è il rigetto. Oggi è molto ridotto rispetto al passato, ma esiste ancora. Ecco perché sono necessari studi immunologici che dovremo affrontare e che necessitano di un apparato strumentale e scientifico universitario, per migliorare la tipizzazione dei tessuti processati e scegliere meglio”.
Parole confermate dal vice presidente Sibo e direttore della Banca aquilana, il professor Germano Genitti. “Collaboriamo già nella dorsale Adriatica Marche-Umbria-Abruzzo-Molise – ha ricordato – in più ci sono in rete 13 banche nazionali per trovare sempre il tessuto migliore per bambini in lista di attesa per un trapianto. All’aspetto della comunicazione lavoriamo da anni, è importante confrontarsi a livello interregionale, nazionale, europeo e mondiale”, ha concluso.