L’AQUILA – In questi giorni molti Sindaci del cratere, a seguito della recente norma che definisce incompatibili i consiglieri che hanno in qualche modo a che fare con la ricostruzione, sono impegnati a notificare agli “incompatibili” che la partecipazione alla vita democratica del loro Paese non gli è più consentita.
Nello stesso tempo, e da parecchi mesi, in tutti i comuni del cratere è presente un ufficio sisma composto da ingegneri ed architetti Co.Co.Co. e come responsabile, quasi sempre, il Sindaco in persona.
Già da molti anni una legislazione puntuale, scritta in modo chiaro, obbliga ad una netta separazione tra la funzione politica e quella tecnica.
Una norma che anni fa ha estromesso gli amministratori da commissioni edilizie e pratiche degli uffici tecnici comunali.
Che oggi un Sindaco possa presiedere e dirigere un ufficio sisma, ufficio squisitamente tecnico, lascia interdetti e mortifica gli effetti di una legge consolidatasi negli anni.
Non è chiaro in base a quale astruso teorema o ragionamento adesso si debba credere ciecamente che i 56 sindaci del cratere siano in grado, senza una regola che li dissuada, di resistere alla tentazione di utilizzare il ruolo di responsabile dell’ufficio sisma per pasturare clientele o per attuare le peggiori discriminazioni.
Bizzarro come il concetto di incompatibilità possa soffrire di uno strabismo così marcato.
Bizzarro che per evitare interessi privati nella ricostruzione si mandano a casa consiglieri che non è dato sapere come possono concretizzare un illecito vantaggio e si lasciano indenni Sindaci che invece si sa benissimo in quali modi possono interferire e manovrare sulle pratiche della ricostruzione perseguendo interessi tutt’altro che etici e leciti.
Bizzarro che un Tecnico, ancorché ministro, possa non accorgersi di una falla così grande nella Barca della ricostruzione e cincischiarsi invece nel normare come turare i pori nel legno della struttura.
il consigliere/presidente di consorzio
Walter Salvatore