Rassicurazioni, impegni, promesse. Ma atti concreti non ce ne sono a suffragare l’ultimo intervento del ‘ministro per L’Aquila’ Fabrizio Barca, all’assemblea dell’Ance. Promesse, annunci, parole (tante) ma niente di più. Il ministro ha cercato di calmare le acque agitate in cui naviga oggi la ricostruzione, con le imprese che temono il blocco totale dei cantieri perché i fondi non arrivano e perché il governo non se l’è sentita di rifinanziare il plafond di due miliardi e mezzo con la Cassa Depositi e Prestiti, che aveva garantito soldi pronti per ricostruire L’Aquila e gli altri comuni del cratere. Così, per il futuro, non si hanno certezze. C’è la promessa di Barca il quale ha assicurato l’arrivo di 2 miliardi e 400 milioni all’inizio di gennaio prossimo, insieme alla possibilità, da parte dei comuni, di avviare un meccanismo con l’Abi, cioè con le banche, molto simile a quello che c’era con la Cassa Depositi e Prestiti. Ma, si chiedono le imprese, questi soldi arriveranno davvero? E se sì, è realmente fattibile l’accordo con le banche per avere subito i soldi della ricostruzione? Non tutti si fidano, anzi non c’è nessuno che dica apertamente di aver fiducia nelle parole del ministro. Apindustria, ad esempio, non si fida affatto. Dice che per ora ci sono soltanto impegni generici e non è disponibile ad aperture di credito a scatola chiusa. Così invita tutte le aziende a non abbassare la guardia e a insistere perché venga ripristinato il vecchio finanziamento agevolato della Cassa depositi e Prestiti. Dalle altre associazioni non si hanno segnali, ma il loro è un silenzio eloquente. Vuol dire che delle chiacchiere non sanno che farsene, come della promessa che “a marzo partiranno i cantieri”. Inoltre ritengono del tutto inefficace la proposta di una commissione per arrivare a un chiarimento con Bruxelles sulla vicenda delle tasse sospese che le aziende aquilane dovrebbero restituire al cento per cento. Insomma parole tante e fatti pochi. Se il ministro ha detto la verità lo vedremo a gennaio, intanto la ricostruzione può attendere.
Parole, parole, parole ormai le imprese di barca si fidano poco
di GIANCARLO DE RISIO
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