L’AQUILA – Riaprire i termini del condono edilizio del 2003. E’ il contenuto di un emendamento al disegno di legge stabilità presentato dal senatore PdL Carlo Giovanardi, che ha giustificato la sua iniziativa con il reperimento di fondi per la ricostruzione dell’Emilia Romagna.
Secondo Giovanardi, dalle sanatorie edilizie si potrebbero ricavare circa 3 miliardi di euro. Le risorse verrebbero devolute alle popolazioni terremotate dell’Emilia Romagna e della Lombardia, superando “i farraginosi adempimenti burocratici che rendono problematica la ricostruzione e rischiano di affossare una economia locale che produceva quasi il 2% del Pil italiano”.
Come già accaduto in casi analoghi, la proposta ha inevitabilmente sollevato un’ondata di polemiche da parte di altri parlamentari e delle associazioni ambientaliste.
Per il deputato del Pd e ambientalista Ermete Realacci, il tentativo del PdL di riaprire i termini del condono è “senza vergogna”. “L’emendamento di Giovanardi – ha dichiarato Realacci – riprende fedelmente i contenuti pro sanatoria edilizia del ddl presentato lo scorso ottobre dal parlamentare PdL Nitto Palma” (leggi tutto). Realacci ha inoltre sottolineato che “il testo Giovanardi estende la possibilità di condono anche alle violazioni dei beni ambientali e paesaggistici. Un favore all’illegalità e all’ecomafia”.
A giudicare l’emendamento “ridicolo quanto preoccupante” in un contesto che paga ogni anno un pesante tributo in termini di dissesto idrogeologico, ci pensa invece Legambiente. Il presidente dell’associazione, Vittorio Cogliati Dezza ha ricordato come, a partire dal 2010, la proposta di integrazione al ddl stabilità rappresenti il diciassettesimo tentativo di riapertura dei termini per la presentazione delle domande di sanatoria degli abusi edilizi.