L’AQUILA – E intanto una signora arrabiatissima per l’ennesima dimostrazione d’inefficienza degli uffici Comunali, scrive direttamente al sindaco per manifestare tutto il proprio disappunto a proposito di un clamoroso disservizio che riguarda la ricosssione di una bolletta Tarsu (Igiene urbala) e dell’atteggiamento censurabile di un impiegato. “Egregio Signor Sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, ho ricevuto un’ingiunzione di pagamento con tanto di bollettino da versare per la TARSU, annualità di competenza 2012. Essa fa seguito ad una telefonata “risibile” di un addetto al servizio qualificatosi “precario storico” del Comune, il quale mi chiedeva dove inviare la comunicazione, visto che dall’ indirizzo di Via Anna Magnani del Progetto C.A.S.E di Cese di Preturo la lettera era tornata indietro al mittente”. Comncia così la nota che la professoressa Stefania Di Carlo ha inviato al primo cittadino per raccontare la storia che lei definisce “vergognosa” e per la quale chiede le pubbliche scuse di Cialente.

“L’ADDETTO INCAPACE DI LEGGERE SUL PC LA MIA NUOVA RESIDENZA”

“In tale occasione  – spiega – avevo già fatto le mie rimostranze per la totale incompetenza dell’addetto, incapace di leggere sul computer che dall’ottobre del 2012 sono rientrata in una casa in Pettino e, facendo notare altresì, che avevo usufruito del contributo di autonomia sistemazione da quando sono stata “cacciata” da Cese con una bimba e due persone anziane, a causa di un cambio di classificazione della casa in Pettino da F a B, dal 31 gennaio 2011.

LA DONNA RACCONTA LA SUA STORIA

Ebbene, il bollettino, che non Le restituisco e che non pagherò, sarà consegnato per una procedura che ritengo di vessazione reiterata e certamente a conoscenza della sua persona, di alcuni suoi assessori e dirigenti. Per ulteriore sua memoria o informazione, Le riepilogo quanto appresso: a) il 3 ottobre 2009 mi è stata consegnata la chiave dell’alloggio in Cese; b) il 1° febbraio 2011 è stata effettuata la riconsegna delle chiavi con obbligo a passare in autonoma sistemazione; c) dal 1 ottobre 2012, a seguito di “dichiarazione asseverata resa dal Comune”, sono rientrata, in posizione di comodato gratuito, come anteriormente al sisma, in Pettino. Come si può, quindi, inviare un bollettino relativo al 2012 in e per una casa dove non abitavo più dal 2011?

“COME CITTADINA LA DISCONOSCO COME SINDACO”

Davvero, il Comune non possiede un listato (o non lo sa leggere!) di chi ha abitato tale appartamento in Cese da quando l’ ho dovuto forzatamente lasciare, sempre dopo una telefonata precisa ed intimidatoria di Linea Amica? Sono indignata. Come cittadina la disconosco come Sindaco, insieme all’intera giunta.

CHIEDO PROVVEDIMENTI NEI CONFRONTI DI ADDETTO E DIRIGENTE

Chiedo provvedimenti nei confronti del precario che mi ha disturbata, sottraendomi tempo prezioso, del Dirigente che ha firmato il bollettino e che ha sprecato i soldi di noi contribuenti con l’invio di ben tre fogli, lettera e francobollo. Per giunta, Le rammento che in Pettino l’abitazione è utilizzata da altro nucleo familiare, a me aggregato anche quando sono stata in autonoma sistemazione. Neanche questo sapete in Comune? Vergogna. J’accuse il vostro operato che lede i buoni cittadini, dimostrando soltanto un’incapacità di coordinamento e gestione. Attendo le sue scuse, sperando che qualche suo funzionario riesca a trovare il mio indirizzo sul computer!”

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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