Le bollette pazze che stanno turbando i sonni di migliaia di contribuenti aquilani, hanno scombussolato i piani del Comune che non aveva messo nei conti un malcontento così massiccio e diffuso. I cittadini si sono ribellati, tutti indistintamente, davanti alle nuove imposizioni tributarie che riguardano la Tarsu 2009 e 2010 (una tassa sospesa che dovrebbe essere rimborsata al 40%,) e gli arretrati di luce, gas, acqua e condominio per i 5.000 appartamenti del Progetto Case. Se qualcuno sperava che le bollette calcolate in modo bislacco e arbitrario, passassero sotto silenzio ha dovuto puntualmente ricredersi davanti alla legittima reazione della gente. Al punto che, per la Tarsu, l’assessore al Bilancio ha dovuto fare macchina indietro, sia pure in maniera maldestra. Prima ha detto “aspettate a pagare”, poi ha cercato di addossare la responsabilità al dirigente del Servizio Tributi, infine ha deciso di bloccare tutto in attesa di un chiarimento definitivo. Dunque, almeno per la ‘Tarsu del terremoto’, gli aquilani possono tirare un respiro di sollievo.
Dove il Comune non pare disposto a fare un passo indietro, è invece con le bollette pazze del Progetto Case. Si tratta di diverse migliaia di utenze che riguardano appunto il gas, l’acqua, la luce, le spese condominiali, con importi esorbitanti. Cialente, il sindaco, si è barcamenato, come sa fare alla perfezione. Ha spiegato, chiesto scusa, promesso, ma ha ripetuto che gli assegnatari gli acconti delle bollette devono pagarli. Sono cifre inesatte? Calcolate male? Eccessive? Avete ragione, ha aggiunto, è tutto giusto, tutto vero ma dovete pagare. I conti saranno rifatti, ha detto ancora, e ognuno, alla fine, avrà dato non un euro di più di quello che deve. Il Comune, in effetti, è alla canna del gas. Solo l’Enel pretende il rimborso di oltre 6 milioni di euro. Ed è tutto dire. C’è il rischio che se i cittadini non pagano, il Comune non potrà fare altri allacci, per le scuole materne ad esempio. Gli assegnatari dicono che l’amministrazione aveva tutto il tempo per fare i conti per bene e che la Protezione civile non le aveva lasciato un euro di debito. Ragionamento giusto che non fa una piega. Ma l’amministrazione uscente aveva un altro problema con cui fare i conti: quello dell’appuntamento elettorale. Ve lo immaginate se avesse tirato fuori le bollette pazze prima che gli aquilani andassero a votare? E allora meglio rinviare…