L’AQUILA – “Ma quale finzione… Io davanti alle macerie della Casa dello studente ho pianto veramente e chi c’era quel giorno lo sa, lo ha visto. La risata? Sono stata fraintesa.

La mia era una reazione emotiva al telefono, nient’altro”. Parla a Repubblica, l’ex prefetto dell’Aquila Giovanna Iurato e si difende dall’accusa di “finte lacrime” davanti alle macerie della Casa dello studente.

“Quella dell’Aquila per me era una situazione nuova, un’esperienza del tutto diversa. Chi non ci ha vissuto non può capire. Avevo paura, e al telefono con un amico ho avuto una reazione emotiva.

Ma so bene che ciò che posso dire io adesso, in questo momento vale poco, sono le persone dell’Aquila che mi hanno conosciuto in questi anni che devono parlare e raccontare chi sono veramente”.

L’ex prefetto dell’Aquila, racconta Caporale,  al telefono ha un tono di voce dimesso. Quasi sussurra, tra il silenzio e il pianto. Non inveisce, non si inalbera, non grida al complotto. Non nega. Ma, dopo i primi minuti di esitazione (“Guardi non sono in grado, non me la sento, non insista…”) prova a spiegare e a rispondere.

Prefetto, i pm sostengono che il 26 maggio del 2010, nel giorno del suo insediamento all’Aquila, lei davanti alle macerie della Casa dello studente abbia finto di commuoversi.
“No, non è andata così, ma lei per questo deve parlare con il mio avvocato”.

Perché, il suo avvocato sa se lei ha finto o meno?
“Certo che lo sa, abbiamo parlato anche di questo. Le spiegherà”.

Ma lei si è commossa veramente oppure no davanti a quelle macerie?
“Certo che mi sono commossa, me lo ricordo benissimo”.

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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