L’AQUILA – Le dichiarazioni del Sindaco e della Giunta rispetto alle “bollette” non fanno alcuna chiarezza. Se finalmente si sta procedendo alle letture dei consumi individuali, dall’altro lato non emerge alcuna volontà di ritiro della delibera di giunta con la quale si è fissata una quota “cosiddetta” condominiale di 1,61 a mq, frutto di una serie di ingiustificati aggravi, sia derivanti da errori tecnici che da inaccettabili scelte politiche.
I cittadini aquilani che vivono o hanno vissuto nei piani c.a.s.e. ribadiscono la loro assoluta volontà di pagare sia i consumi individuali che quelli condominiali giusti, ma non si faranno ingannare da una gestione della comunicazione pubblica da parte del Sindaco e degli assessori del tutto ambigua.
Il conteggio dei consumi del gas, certamente indispensabile, riguarda comunque meno del 60% della cifra complessiva “addebitata” agli inquilini del piano c.a.s.e. ed è dunque insufficiente la sola promessa relativa alle “letture” fatta dal Sindaco. Rimangono aperte le problematiche relative ai colossali errori sulla quota acqua, che producono un aggravio di 1.400.000 euro non dovuti a carico degli inquilini e di ulteriori 1.450.000 euro “giustificati” con il lavoro del Sed e assolutamente fantasiosi, così come rimane aperto il problema circa l’interpretazione del concetto di condominio, con l’illegittima messa “a carico” degli inquilini delle spese relative a spazi e verdi pubblici.
In tal senso sono partite oggi le prime “opposizioni formali” a cura dell’Adusbef e nei prossimi giorni, se domani come sembra non ci sarà il ritiro della delibera contestata, organizzeremo incontri e informazioni che coinvolgeranno i domiciliati in tutti i piani c.a.s.e. per decidere insieme le azioni formali da intraprendere.
Coordinamento inter-C.A.S.E.