L’AQUILA – “Non e’ piu’ possibile continuare ad assistere con rassegnazione alla devastazione di un contesto urbano di immenso valore storico, artistico e culturale che e’ fonte giorno dopo giorno di continua ed interrotta mortificazione della qualita’ della vita, delle relazioni sociali e del regolare e proficuo svolgimento delle quotidiane attivita’ pubbliche e private”. Lo ha detto il presidente della Corte di Appello, Stefano Schiro’ durante l’apertura dell’Anno giudiziario nel distretto, dedicando un intero capitolo della sua relazione alla “Situazione dopo il terremoto del 2009”
“C’E’ BISOGNO DI UNA FATTIVA NORMALITA'”
“Occorre reagire – ha proseguito – non tanto con strepiti, denunce e polemiche quanto soprattutto con quotidiana fattiva e regolare operosita’ ognuno nel proprio settore di competenza, perche’ gli esempi nobili, le prassi virtuose, le iniziative concrete, messi insieme in una sorta di confronto e di emulazione virtuali, costituiscano un ponte ideale che avvii e indirizzi la citta’ dell’Aquila e i suoi abitanti verso quel futuro migliore fatto del ripristino di ordinarie condizioni di serena e abituale socialita’ che esiste e che tutti gli abitanti di questa citta’ hanno ormai sacrosanto diritto di veder realizzato in tempi ragionevoli”. Per Schiro’, “c’e’ bisogno oggi di fattiva normalita’, sorretta da iniziative concrete e proficua collaborazione che prenda il posto di rassegnata precarieta’ e sfiduciata provvisorieta’, nella consapevolezza pero’ che la ripresa della citta’ dell’Aquila, se costituisce ancora una non risolta questione di rilievo nazionale, e’ un problema che caratterizza e condiziona la vita dell’Abruzzo intero e che nelle volonta’ nelle energie e nelle risorse dell’Abruzzo intero deve principalmente trovare la sua soluzione”.
“ANCORA SI PATISCONO I DISAGI DEL POST TERREMOTO”
Infatti, rileva il presidente della Corte d’appello del capoluogo abruzzese, “e’ inevitabile che la sfiducia e lo sconforto di tanti dipendenti dell’Amministrazione residenti all’Aquila, che ancora patiscono disagio e affrontano sacrifici per i dissesti del post-terremoto, abbiano ricadute psicologiche e morali anche sulle condizioni e sulle modalita’ dell’attivita’ lavorativa” ed e’ quindi “interesse e impegno dell’Amministrazione della giustizia adoperarsi per favorire il sollecito e non piu’ procastinabile ripristino di condizioni ambientali e sociali di tutti questi dipendenti. E’ la stessa funzionalita’ dell’Amministrazione della giustizia a essere condizionata – ha concluso – e compromessa dalle ancora fortemente disagiate condizioni logistiche in cui versano gli uffici giudiziari di primo grado e il Tribunale di Sorveglianza, ubicati, da dopo il terremoto, nei locali di una ex caserma della Guardia di Finanza in localita’ Bazzano”.
SONO DIMINUITI I PROCESSI ARRETRATI