Furti a catena in zona rossa, esercizi commerciali che chiudono, viabilità nel caos, bilanci nel mirino della Corte dei Conti, ex municipalizzate in rosso, ‘bollette pazze’ che turbano i sonni delle migliaia di abitanti del Progetto Case. Mancano due mesi al quarto anniversario del sisma del 6 aprile e la confusione è grande sotto il cielo della città terremotata. A sentire i nostri amministratori non è così e se lo è, la colpa non è loro ma di altri. In effetti i problemi crescono e riempiono ogni giorno le cronache. La città non è sicura. Le ultime incursioni in zona rossa sono a metà tra la razzia e il vandalismo, come dimostrano i furti a ripetizione a Paganica dove hanno rubato perfino la fontanina di Rione Colli che era là, nel mezzo d’un quadrivio, da più di un secolo. Alla sicurezza della città i nostri amministratori hanno dedicato un Consiglio comunale. Ne hanno discusso e straparlato, ma soltanto per fare ‘ammuina’, perché le cose non sono cambiate. Di notte la città è abbandonata se stessa, chi ci governa non è riuscito a trovare una sintesi tra le nostre esigenze di cittadini e quelle di vigili urbani, carabinieri, poliziotti e quant’altro per un controllo efficiente delle zone terremotate. Così se a Paganica la gente è in rivolta, a Scoppito, che è un altro comune ma con gli stessi problemi dell’Aquila, pensano di organizzare ronde di cittadini come nei comuni leghisti del Nord. Questo è quanto signori amministratori. Ci chiediamo soltanto in nome di chi e di che cosa vi preparate a chiedere ancora i nostri voti.
Nel frattempo chiudono gli esercizi commerciali, mentre quelli che restano aperti languono. Serra i battenti per sempre Mario Maccarone proprietario del bar storico di Corso Vittorio. Se ne va perché non riesce più a tirare avanti, con la ricostruzione che stenta a decollare e le speranze che muoiono.Che fa, ci si chiede, la nostra amministrazione? Quali provvedimenti ha adottato o intende adottare? Per le tasse contestate dall’Europa (sono aiuti di Stato dicono gli amici della Merkel), il consiglio è quello di non pagarle o di pagarle al 40 per cento. Poi si vedrà. Ma si vedrà che cosa, di grazia? Intanto prendiamo schiaffi da Monti, un presidente del Consiglio che perde credibilità ogni giorno che passa, che accomuna gli aquilani, cioè tutti noi, agli speculatori che hanno tentato di fare profitti sulla pelle dei terremotati di questa città e afferma che se l’Europa nega aiuti agli sfollati dell’Emilia, la colpa è degli aquilani.
Ecco, a due mesi dal quarto anniversario del sisma, è con tutto questo che dobbiamo fare i conti. Il resto sono chiacchiere, rassicurazioni, promesse che valgono per quello che sono. Ossia niente.