L’AQUILA – In questi giorni, su viale Corrado IV, sono finalmente iniziati i lavori per la rimozione dei tralicci e delle rotaie della metropolitana di superficie. Questa è senz’altro una buona notizia; sempre che i lavori interessino tutto il tracciato e non soltanto l’area di piazza d’Armi.
In ogni caso, ci sono alcuni aspetti da chiarire e su cui mantenere viva l’attenzione.
Circa un mese fa, avevamo appreso con piacere la decisione del Comune di chiudere l’annoso contenzioso relativo alla metropolitana di superficie, sborsando a favore del raggruppamento di imprese Cgrt una somma che si aggira tra i 7 e i 9 milioni di euro. Bene, anzi, male, visto che a pagare per gli errori di classi dirigenti disoneste o inadeguate sono sempre le casse pubbliche.
A proposito, tra parentesi, il Comune ha chiesto il risarcimento dei danni ai soggetti personalmente responsabili? Non può essere che in Italia chi sperpera e divora i soldi dei cittadini la passi sempre liscia, senza cacciare un centesimo.
Bene, tuttavia, perché finalmente il Comune può rimuovere i pali e le rotaie, che negli ultimi dieci anni hanno deturpato un tessuto urbano già degradato, causando una serie di disagi ben noti: gli incidenti stradali, soprattutto in danno di biciclette e ciclomotori le cui ruote vengono facilmente sviate dai binari; l’impossibilità di rifare il manto stradale, che attende da anni una manutenzione ormai improrogabile; la presenza di barriere architettoniche su marciapiedi già risicatissimi, di fatto resi inutilizzabili.
Bene, purché si faccia presto: vogliamo scadenze ravvicinate e affidabili; vogliamo sapere nel dettaglio, zona per zona, quando saranno conclusi i lavori necessari. In particolare, come già accennato, non vorremmo che ci si limitasse a smantellare i tralicci e le rotaie soltanto su viale Corrado IV, per permettere la realizzazione della rotatoria nei pressi di Piazza d’Armi. Non ne possiamo più di portare il carico di inutile ferraglia, lasciatoci in eredità dai nostri lungimiranti amministratori.
Bene, quindi, ma attenzione. Attenzione. Circola la voce secondo cui il Comune intenderebbe destinare l’ex deposito della metropolitana ad autoparco comunale. Una scelta del genere manifesterebbe l’assoluto disinteresse per la situazione urbanistica della periferia aquilana, condannata a sopravvivere in un deserto di asfalto e palazzi, nella totale assenza di spazi significativi, di luoghi belli da vivere, luoghi in cui incontrarsi.
Sarebbe un vero peccato, perché in realtà ci troviamo davanti ad un’occasione: la rimessa della metropolitana, infatti, potrebbe facilmente essere riconvertita e utilizzata per creare uno di quegli spazi, intorno a cui cominciare a tessere la tela della riqualificazione urbanistica. Ad esempio, potrebbe essere utilizzata come copertura per campi ed attrezzature ludiche e sportive. Immaginate: un campo da calcetto e da pallavolo per i ragazzi, un campo da bocce per gli anziani, scivoli, altalene e altri giochi per i bambini, una piccola struttura con gli spogliatoi e alcune sale messe a disposizione di cittadini e associazioni operanti sul territorio. Sarebbe un modo per cominciare a ricucire le relazioni sul territorio e permettere alle diverse generazioni di passare il tempo in un unico contesto.
Un intervento del genere, lungi dal risolversi in una trasformazione puntuale, si presterebbe ad inserirsi in un progetto ben più ampio di pianificazione e riqualificazione, che deve necessariamente riguardare tutta l’area. Un’area che ben si presta a costituire un polo di riferimento per tutto il quartiere, considerata la presenza ravvicinata di diversi centri di interesse: le poste, la multisala, la farmacia, numerosi esercizi commerciali, le scuole, gli uffici regionali. Tale nodo, ancora, va collocato in una rete di relazioni territoriali più ampia, che abbraccia non solo il quartiere, ma tutta la città. È pertanto evidente come la destinazione dell’ex deposito della metropolitana ad autoparco comunale, in tale prospettiva, sarebbe una nota stonata, conseguente all’assenza di una pianificazione organica dello sviluppo del territorio.
E non si dica che non ci sono i fondi: il Comune, infatti, chiudendo definitivamente la questione della metropolitana, recupererà circa 6 milioni di euro; è giusto che almeno una parte di tali fondi sia volto a risanare la ferita inferta al territorio dall’orribile deposito. Inoltre, si possono cercare per il finanziamento investitori privati interessati a gestire gli impianti da realizzare, con i connessi guadagni, secondo lo schema del project financing.
Sarebbe, inoltre, un’ottima occasione per sperimentare una nuova metodologia decisionale, fondata su un’effettiva partecipazione dei cittadini: effettiva in quanto consistente nel contributo concreto alla fase dell’ideazione e della progettazione. Scelte come quella in discussione, infatti, modificano definitivamente il tessuto urbano e, di conseguenza, hanno ricadute assai rilevanti sulla qualità della vita dei residenti. Tarare simili interventi sulle effettive esigenze della popolazione, permettere ai soggetti interessati di modellarle anche in base alle proprie idee e priorità, potrebbe avviare un circuito virtuoso di collaborazione tra amministratori e amministrati. In ultima analisi, sarebbe un’ottima occasione per sperimentare un percorso partecipativo riconducibile all’idea di urban center.
È quindi opportuno fare la massima chiarezza sulle questioni citate. Quanto costa al Comune la metropolitana di superficie, tra risarcimenti, multe all’Unione Europea e lavori di smantellamento? Si sta facendo qualcosa per recuperare almeno in parte la somma dai diretti responsabili? A quanto ammontano precisamente i fondi sbloccati in seguito alla chiusura della vertenza? Cosa intende fare il Comune con tali fondi? I lavori intrapresi interessano solo viale Corrado IV, oppure si estenderanno a tutto il tracciato della metropolitana? Entro quale data, con riferimento alle singole porzioni di tracciato, saranno definitivamente rimossi i tralicci e le rotaie? Cosa intende fare il Comune dell’ex rimessa? Intende prendere in considerazione un progetto di riconversione a favore della collettività?
Queste sono le domande che Appello per L’Aquila ha rivolto ufficialmente alla Giunta comunale, attraverso una interrogazione consiliare, presentata in questi giorni dal consigliere Ettore di Cesare.
Luigi Sgambati – Appello per L’Aquila