L’AQUILA – Comincia oggi, 1 marzo, il processo a sei imputati per i fatti relativi alla manifestazione delle carriole del 28 marzo 2010, avvenuta nel centro storico dell’Aquila. Era la domenica delle Palme e delle elezioni provinciali che portò alla presidenza della Provincia Antonio Del Corvo. I sei sono accusati di manifestazione non autorizzata. Alla vigilia del processo il Comitato 3&32 ha diffuso una nota che pubblichiamo di seguito.
“La cosa grave – dice la nota – è che mentre la Procura chiede il processo contro le “carriole” (ovvero contro quelli che hanno cercato di liberare il centro dalla macerie), il centro stesso a quasi quattro anni dal sisma è ancora chiuso, devastato, derubato, abbandonato a se stesso. Non esiste pianificazione, e neanche un’idea della città che sarà. Con questa accusa (l’ultima di una lunga serie), ci sembra quasi che si voglia processare la speranza di quelli che volevano solo esercitare il diritto di partecipare alla ricostruzione del proprio territorio, della propria vita, del proprio futuro.
“QUESTO PROCESSO NON FERMERA’ LA NOSTRA BATTAGLIA”
“Questo non fermerà di certo la nostra battaglia per una ricostruzione giusta. Ci chiediamo come sia possibile che, tra le infiltrazioni delle cricche negli appalti per la ricostruzione, i cantieri dove molto spesso la sicurezza sul lavoro è un optional, lo spreco e la assoluta mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi, la giustizia italiana non abbia di meglio da fare che portare avanti processi contro le carriole. In ogni caso, questa accusa non ci spaventa, possiamo dimostrare che nessun reato è stato commesso e che le ‘carriole’ meritano solo un ringraziamento e non una condanna penale. La città deve tenersi strette e difendere tutte quelle giornate di dignità, rabbia e riappropriazione che in ogni modo hanno tentato di non fare andare le cose come purtroppo sono poi andate, tra prefetti che ridono e macerie che sono ancora abbandonate nel centro storico non ricostruito