L’AQUILA-“Se all’Aquila non si lavora, che e’ la stessa cosa di ‘ricostruire’, meglio cominciare a fare il cambio di residenza. Subito il ‘rientro’ delle scellerate richieste di restituzione delle tasse e la certezza delle risorse. Il genio civile e’ al collasso: 1200 pratiche al palo da 7 mesi, stessa paralisi allo sportello unico delle imprese, tra conferenze dei servizi che vanno deserte e consorzio industriale allo sbando”. Questa la denuncia dframmatica fatta da Ezio Rainaldi, delegato per la ricostruzione di Confindustria L’Aquila, una denuncia che deve far riflettere quanti hanno tentato di sviare le preoccupazioni degli aquilani sulla ricostrruzione che stenta a deciollare.
“SE NON C’E’ LAVORO CAMBIO DI RESIDENZA”
“Per molti e molti anni ancora – spiega Rainaldi – all’Aquila avremo due soli ambiti all’interno dei quali ruoteranno tutte attivita’ economiche e politiche della citta’: la ricostruzione di case, scuole…e la ricostruzione del tessuto sociale. E’ bene chiarire che entrambi significano una cosa sola: lavoro. Lavoro immediato, quello di ricostruzione edilizia che avrebbe dovuto cominciare gia’ quattro anni fa, lavoro a medio e lungo termine, quello di progettazione di nuove attivita’. Capito che il futuro e’ questo, tutto puo’ essere reso piu’ semplice se ricondotto ad una problematica sola, il lavoro: laddove lavoro = sopravvivenza e’ un’equazione antica come l’uomo. Dunque, sul lavoro insistono due questioni capaci di decidere la vita o la morte dell’Aquila e degli Aquilani: la pretesa e infondata restituzione del 60% delle tasse e contributi del 2009 concessaci con legge dello Stato e dallo stesso ‘rinnegata’ senza nemmeno un’altra legge; scarsita’ delle risorse economiche destinate alla ricostruzione”. Per l’esponente di Confindustria “e’ evidente che, qualora ci dovessimo vedere presi in giro da quello stesso Stato al quale abbiamo versato e versiamo il 70% di carico fiscale in cambio della protezione sociale pattuita con la Costituzione alla nascita della Repubblica, e qualora le risorse per la ricostruzione fossero agli sgoccioli, gia’ ancor prima di cominciare a ricostruire (perche’ noi, ahime’, ancora non cominciamo!) sarebbe la fine per tutti e avrebbe senso cominciare a cambiare residenza”.
“I NUOVI ELETTI PRETENDANO GLI ACCORDI SOTTOSCRITTI PER LA CITTA'”
“Posto questo – aggiunge Rainaldi – oggi chiediamo ai neo eletti al Parlamento di esercitare la forza che e’ propria del mandato loro conferito affinche’ si adoperino verso un obiettivo unico: pretendere il rispetto degli accordi assunti per la Citta’, anche a rischio di sollevare una vertenza L’Aquila nel malaugurato caso di un inadempimento da parte del nuovo Governo. E anche fino al punto di esprimere un voto di sfiducia. Da ultimo, e’ sotto gli occhi di tutti un disordine amministrativo di fronte al quale le imprese incassano colpi mortali. Due casi per tutti: il Genio Civile della nostra Provincia e’ al collasso: 1200 pratiche di relazione strutture ultimate sono al palo, si tratta di atti propedeutici al collaudo delle opere che risultano fermi da 7 mesi, nel piu’ totale silenzio delle Istituzioni sovra ordinate e nella paralisi delle imprese ormai silenti e rassegnate; lo Sportello Unico Attivita’ Produttive ha decine di pratiche immobilizzate dallo ‘scarica barile’ di un ufficio all’altro: sono mediamente 6/8 le entita’ coinvolte nelle pratiche dello Suap e si puo’ ben immaginare la confusione totale che ingessa la prassi quotidiana; senza contare le Conferenze di servizi che molto spesso vanno deserte e un Consorzio Industriale che annaspa affogando nell’interfaccia con i vari settori dell’edilizia del Comune. Ora si tratta di marciare uniti e con pochi obiettivi, chiari e condivisi dalla base imprenditoriale di tutte le associazioni di categoria. Continuare a fare convegni sulla burocrazia, il credito, le infrastrutture e via dicendo – conclude Ezio Rainaldi – e’ solo fumo negli occhi, se nella pratica vengono invece messi da parte i bisogni di prima necessita’ per la sopravvivenza delle imprese”