L’AQUILA-Il ministro Fabrizio Barca, alcuni giorni fa, ha dichiarato che i fondi per la ricostruzione sono disponibili. Ciò che manca, a suo avviso, è l’informazione e, a tal proposito, ha citato la delibera del CIPE del 21 dicembre 2012. Una dichiarazione che non trova riscontro nella realtà ben diversa da quella che si vuole lasciar credere. Ed è stata l’assemblea cittadina a mettere in evidenza quelle che sono le ‘magagne’ della delibera del Cipe che assegna alla ricostruzione post sisma risorse pari a 2.245 milioni di euro. Ma seguiamo il discorso dell’Assemblea cittadina

LA RIPARTIZIONE DELLE FONDI CIPE

Le risorse sbandierate da Barca vengono ripartite per: l’edilizia privata delle periferie e del centro storico dell’Aquila e per le periferie e i centri storici dei Comuni del Cratere; l’edilizia pubblica dell’Aquila e dei Comuni del Cratere, nonché per gli altri Comuni fuori dal Cratere sismico; gli interventi per lo sviluppo delle attività produttive e della ricerca; le spese per l’assistenza alla popolazione; gli espropri e  le necessità correnti;  l’assistenza tecnica.

Ciò che è sfuggito ai più è che le risorse sbandierate come fondi per la ricostruzione materiale della città  sono, invece, da assegnare a tutte le voci su elencate e che, cosa ben più inquietante, sono distribuite su tre annualità, per il periodo compreso fra il 2013 ed il 2015.

ALLA PERIFERIA DELL’AQUILA SOLO 25 MILIONI NEL 2015

Diamo uno sguardo più attento alle risorse per la periferia dell’Aquila e per il centro storico: per la periferia sono assegnati 410 milioni di euro così distribuiti : 360 per il 2013, 25 per il 2014 e 25 per il 2015;  per il centro storico  sono assegnati 575 milioni di euro così distribuiti: 300 per il 2013, 142 per il 2014 e 133 per il 2015. Quindi, per l’anno 2013, per la periferia ed il centro storico dell’Aquila vengono indicati 660 milioni di euro, di cui 300 per il centro storico. Gli ulteriori 150 milioni di euro della così detta gestione stralcio sono già tutti impegnati per  la riparazione delle case ATER, per i pagamenti della redazione dei piani di ricostruzione, per gli edifici scolastici;  le macerie; l’ordine pubblico, l’assistenza alla popolazione, gli alberghi, le consulenze, le mura urbiche e gli  interventi prioritari,  tutti riferiti a Chiese. Da non dimenticare i 50 milioni di euro già impegnati per la bonifica dell’ex area industriale di Bussi sul Tirino e i 18 milioni per la Scuola di Dottorato “Gran Sasso Scienze Insitute”, anch’essi ricadenti sui fondi stanziati per la ricostruzione.

E PER IL 2015 NESSUNO STANZIAMENTO PER L’ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE

Doveroso dare uno sguardo anche alle risorse per l’assistenza alla popolazione, per la quale vengono indicati 180 milioni di euro, di cui 167 per il 2013 e 13 per il 2014. L’anno 2015 risulta essere totalmente scoperto. Evidenziamo che i 180 milioni per l’assistenza alla popolazione comprendono:  4,4 milioni di euro per la manutenzione del progetto C.A.S.E. , dei MAP e dei MUSP; 10,2  milioni per la gestione dell’ordine pubblico; 12 milioni per la messa in sicurezza di edifici non oggetto di interventi di recupero; 5,4 milioni per gli affitti di sedi comunali e per il supporto al Genio Civile; 6 milioni per “altre spese” non meglio identificate. Consultando l’elenco dei progetti della periferia ancora da esaminare, assumiamo che  le pratiche sono 1.050, cui vanno aggiunte le 362 che giacciono presso Fintecna . Altre 1.400 sono  le pratiche di immobili del centro storico al palo, poiché la filiera ha deciso di non esaminarle. Questi i numeri, nudi e crudi. Che parlano chiaramente.

“NON MANCA L’INFORMAZIONE, MANCANO LE RISORSE”

Quindi, osserva l’Assemblea cittadina, ciò che manca non è l’informazione, bensì le risorse: a fronte dei complessivi 660 milioni, stanziati per il 2013, le migliaia di pratiche giacenti e non finanziate, cui vanno aggiunti i progetti per il centro storico ancora da approvare e finanziare, sono la pratica dimostrazione delle risorse insufficienti.L’informazione ufficiale non è stata mancante, bensì poco chiara e distorta. Come mai, fino a qualche giorno fa,  si è parlato di 2,5 miliardi per la ricostruzione, come se solo ad essa fossero destinati e solo per l’anno in corso? Come mai non si è detto chiaramente che le risorse sono destinate a numerose e consistenti voci e, soprattutto, suddivise in tre annualità?

L’Assemblea cittadina dell’Aquila si è assunta l’onere di fare informazione reale, come fa da oltre tre anni a questa parte,  ed ha lanciato l’allarme. Sulla base di quanto esposto, in occasione dell’uscita del libro bianco, chiamerà a raccolta la città per le successive azioni da intraprendere in merito.

 

 

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Registrazione Tribunale dell’Aquila n.560 del 24/11/2006 – PI 01717150666

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