L’AQUILA – Le indagini congiunturali del Cresa sui settori manifatturiero, edile e commerciale mostrano in maniera inequivocabile che nel corso del 2012 l’economia regionale ha subito un’ulteriore recessione. “Tra i maggiori fattori di criticita’ – ricorda il Direttore, Francesco Prosperococco – si contano la difficolta’ ed onerosita’ dell’accesso al credito, i ritardi nei tempi di pagamento della PA, mediamente 180 giorni contro i 30 stabiliti per legge che ha portato ad un credito da parte del sistema delle imprese di circa 70 miliardi a livello nazionale con conseguente fallimento di molte di esse, e il livello della pressione fiscale che supera il 60%”. Come dichiarato dal Presidente Lorenzo Santilli “l’aggravarsi della situazione finanziaria delle imprese, il crescente aumento delle spese per gli adempimenti amministrativi, la contrazione dei consumi, della produzione e dei livelli occupazionali hanno portato l’Abruzzo ad accumulare un tale ritardo da non essere piu’ prorogabile l’adozione di misure pubbliche che, sostenendo investimenti e consumi, interrompano una fase particolarmente negativa” L’indagine sul comparto manifatturiero regionale, e’ stata condotta su un campione di 420 imprese con almeno 10 addetti. Le informazioni disponibili confermano la flessione in atto a partire dall’inizio dell’anno scorso.
Nel periodo ottobre-dicembre si e’ registrato infatti un ulteriore calo della produzione (-5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Il leggero rimbalzo congiunturale (1,7%) e’ scaturito, soprattutto, dal buon risultato di fine anno dei mezzi di trasporto e della metalmeccanica. Rispetto all’intero 2011 la produzione manifatturiera ha mostrato, complessivamente, una riduzione del 5,6%. Il calo della produzione ha interessato principalmente le piccole imprese (10-49 addetti) e quelle di maggiori dimensioni (piu’ di 250 addetti) con una diminuzione, rispettivamente del 7,6% e 8,2%. Fra i settori, il calo tendenziale piu’ marcato riguarda i minerali non metalliferi, i mezzi di trasporto e la metalmeccanica. Segnali positivi giungono dal solo comparto alimentare, bevande e tabacco (+1%). Dopo il recupero del biennio 2010- 2011, gli ordinativi interni e quelli provenienti dai mercati esteri sono tornati a flettere. Questo scenario non offre praticamente segnali di una possibile futura inversione del ciclo; se ne trova conferma nelle aspettative a breve degli imprenditori, caratterizzate da un’intonazione decisamente negativa, che eguaglia i livelli del 2009. Le aspettative per i prossimi sei mesi – a giudizio del Cresa – sono negative, particolarmente per le piccole imprese. Tra le grandi aziende prevalgono, al contrario, aspettative di crescita di produzione e, soprattutto, fatturato.
Negli ultimi anni l’edilizia sta vivendo in Italia una crisi preoccupante evidenziata dal calo della produzione in tutti i comparti ad eccezione della riqualificazione del patrimonio abitativo esistente. Di conseguenza sono diminuite le imprese attive e le nuove aperture mentre sono aumentate le cancellazioni. In Abruzzo nel 2012 sono stati rilevati, rispetto ai risultati nazionali, un maggior calo delle imprese attive e un maggiore aumento delle cancellazioni, accompagnati da un aumento delle nuove iscrizioni (in Italia sono diminuite) probabilmente legato alle prospettive future connesse alla ricostruzione post sisma. Le risposte dei 179 imprenditori edili intervistati dal Cresa segnalano risultati meno gravi di quelli nazionali. Va precisato che non si tratta di un effettivo miglioramento quanto del recupero dell’andamento in calo registrato dall’indagine del Cresa a partire dal giugno 2010, ben due anni dopo l’inizio della crisi risalente al 2008. Sia a livello congiunturale che tendenziale, produzione, commesse e fatturato vedono risultati generalmente positivi (ad eccezione del calo tendenziale della produzione pari a -0,5%), i costi di produzione aumentano e l’occupazione vede un momento molto problematico con diminuzioni quasi sempre a due cifre. Le piccole imprese (6-9 addetti) hanno registrato aumenti del fatturato, diminuzioni delle commesse e andamenti peggiori del totale delle imprese sia per l’occupazione che per i costi di produzione. Le imprese medie (10-49 addetti) hanno mostrato un aumento di produzione e fatturato accompagnato dal calo dell’occupazione e dall’incremento dei costi. Le grandi imprese (oltre 50 addetti) mostrano per commesse, occupazione e costi andamenti migliori del totale delle imprese e sono le uniche a far registrare aspettative di crescita per i prossimi sei mesi.