L’AQUILA – ”La stima di 8-10 anni per il completamento della ricostruzione e’ assolutamente fattibile perche’ ora abbiamo una programmazione e criteri di priorita”’.
Lo ha detto il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, oggi all’Aquila e nel circondario per fare il punto della ricostruzione dopo un anno di mandato da ‘inviato speciale’ del governo Monti in quest’ambito.
Secondo Barca, dopo l’approvazione del cronoprogramma da parte del Comune dell’Aquila e dei vari piani degli altri Comuni ora la ricostruzione ”e’ su un piano di certezza. E’ importante, pero’ – ha sottolineato – che la mobilitazione cittadina non sia solo sul reperimento immediato e rapidissimo delle altre risorse ma sul fatto che gli impegni che oggi ci sono stati raccontati vengano assunti”.
Date le certezze sulla programmazione dei fondi, secondo Barca ce ne saranno anche sulla disponibilita’: ”Mi auguro ci sia molta cassa e la cassa ci sara’ – ha assicurato – perche’ ho inviato al ministro dell’Economia la firma su una variazione di bilancio che verra’ fatta nei prossimi giorni”.
“PESSIMISMO E SFIDUCIA IDEA MALSANA”
”In questa citta’ c’e’ un’idea malsana che devo dire il resto d’Italia ha superato”. Cosi’ il ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, scagliandosi contro il pessimismo e la sfiducia che aleggiano
nel capoluogo abruzzese e nel ‘cratere’, ha citato 17 punti di negativita’ riscontrati nel corso del suo mandato, punti che ha definito ”figli della sfiducia”. Secondo il ministro, ”qui gli impegni sono accolti non da attenzione curiosa ma dal ‘tanto non ce la fai’, che e’ un alibi per la politica. Cosi’ la politica non si sente incalzata. In 17 momenti abbiamo avuto non la critica specifica ma un atteggiamento autolesionista”.
CHIODI:”RICOSTRUZIONE INIZIATA IL GIORNO DOPO”
“E’ un momento significativo questo per i processi di ricostruzione ma non dimentichiamo che, di fatto, la ricostruzione e’ iniziata il giorno dopo il terremoto del 6 aprile 2009”. Con queste parole il Presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e’ intervenuto questa mattina all’incontro previsto all’Aquila alla presenza del Ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca per suggellare l’avvio a pieno regime della ricostruzione.
“In qualita’ di Commissario delegato, in due anni e mezzo di mandato, mi sono occupato del difficile compito di chiudere l’emergenza post-sisma, di avviare la ricostruzione fuori dai centri storici e di porre le basi a quella dei centri storici. L’impegno profuso ha consentito a tutti coloro i quali avevano le proprie abitazioni distrutte di avere un tetto sicuro e confortevole, agli studenti di avere spazi adeguati per tornare a scuola nell’aquilano, agli imprenditori e ai professionisti di ricostruire le proprie aziende e studi. Tutto cio’ ha evitato, sino ad oggi, lo spopolamento del capoluogo d’Abruzzo.
Un lavoro importante per il quale devo ringraziare Gianni Letta qui presente – ha proseguito Chiodi – per il supporto che ci ha dato in quegli anni, ricordando, tra i moltissimi problemi di cui si e’ occupato, la vicenda della sospensione dei tributi e il ‘suo’ emendamento per abbatterne la restituzione al 40 per cento. Devo, altresi’, esprimere un riconoscimento al Ministro Barca che dall’agosto scorso sta gestendo la complicata fase di riattribuzione delle competenze agli enti locali, che pero’, mi corre l’obbligo di sottolineare, non sono mai stati emarginati nei processi di ricostruzione.
A tal fine basti pensare che il decreto Abruzzo, di quattro anni fa, ha sempre contemplato il ruolo centrale dei comuni nella ricostruzione, attribuendo loro la competenza esclusiva per la programmazione urbanistica e di rilancio economico. Tuttavia, dopo otto mesi noto che la nuova macchina amministrativo-istituzionale stenta a partire, provocando qualche segnale di smarrimento e sfiducia nelle possibilita’ di ricostruire. Spero, pero’, che tali difficolta’ vengano presto superate grazie ad una auspicabile unita’ di intenti tra i soggetti istituzionalmente competenti per i processi di ricostruzione e rilancio dei territori colpiti dal sisma”.
L’ASSEMBLEA CITTADINA: “LA MPRIMAVERA DELLA RICOSTRUZIONE INIZIA SENZA DENARO”
“A conclusione del suo intervento, il Ministro ha snocciolato i diciotto punti dei suoi “NON E’ VERO”, nei quali ha inteso porre l’accento su ciò che, paventato sino ad oggi da quanti nel corso degli anni hanno costantemente rimarcato pecche e lentezze del processo di ricostruzione, a suo parere, non risponde a verità. Da essi, in sintesi, è emerso chiaramente che oggi, all’inizio dell’annunciata primavera aquilana, si è dimostrato al Paese che i soldi sono finiti, sono stati spesi e ne occorrono altri. La primavera della ricostruzione, quindi, inizia senza denaro. Lo ammette oggi, il Ministro, ma l’Assemblea lo dichiara almeno da tre mesi, proprio quando l’onorevole Barca asseriva l’esatto contrario. A chiudere l’elencazione dei diciotto punti dolenti, il Ministro ha parlato di fiducia. Abbiamo, quindi, appreso che la diciannovesima “piaga” aquilana sono i cittadini che, non coesi, gravemente mancano di riporre fiducia nel Governo e nelle Istituzioni.
“Un primo accenno all’unità della cittadinanza non può esimersi dal rimarcare, per l’ennesima volta, che la mancata coesione, tanto deplorata dal Ministro, è stata scientemente voluta ed organizzata dalla gestione del post terremoto che ha visto posta in essere la grande diaspora aquilana: i cittadini sradicati dalla loro terra, lontanissimi gli uni dagli altri, volutamente isolati. Perpetrata, in seguito, dalla collocazione degli stessi in abitazioni provvisorie, lontane per un raggio di 30 chilometri da quella che era l’anima della città e che ancora dopo quattro primavere è il buco nero dove rischia di inabissarsi la memoria.
“IL MOMENTO PIU’ ALTO? QUELLO DELLE CARRIOLE”
Vi fu, nella primavera dell’ormai lontano 2010, il momento più alto dell’unità della popolazione, quando i cittadini, indignati ed esasperati, imbracciarono le carriole, per riappropriarsi delle loro vite e del loro futuro. Moto dell’animo che ha visto migliaia di persone vicine le une alle altre, coese, accomunate dall’unico desiderio di ricostruire dalle macerie: fu bollato come cialtroneria e oggi è finito nelle aule dei tribunali, con i cittadini inquisiti e processati.
Unità osteggiata da sempre, quindi, e scongiurata da Governo e Istituzioni.
E oggi si viene a chiedere fiducia ad una popolazione stremata dai ritardi, dalla mala gestione, dalle menzogne e dalle mistificazioni. La fiducia va guadagnata con i fatti, non con le promesse.
L’intervento dell’onnipresente dottor Gianni Letta, introdotto con grande deferenza dal Ministro Barca, ha sancito l’ennesimo insulto rivolto ai cittadini.
Con chiaro riferimento a quelle aquilane, il dottore ha parlato di “carriole piene di bugie”, che egli ha dovuto, nel suo ruolo che ha definito di interludio, sopportare nei quattro anni del post terremoto.
Bugie, quelle cui fa riferimento, che, all’evidenza dei fatti odierni, sono, invece, triste e drammatica realtà. Le carriole sono state sempre foriere di domande che non hanno mai ricevuto risposta. E di impegno, e di dedizione ed abnegazione: il cittadino che vuole essere protagonista.
Mentre si protestava sterilmente, ha affermato il dottor Letta, c’era chi, nel silenzio, lavorava.
E qui ha definitivamente smascherato il suo ruolo e quello di quanti pretendono di gestirci. Qui, il dottor Letta, ha detto la verità: nel silenzio si è lavorato, all’insaputa dei cittadini che, al contrario, hanno sempre preteso trasparenza. E poi, come questa mattina, si sono snocciolati dati e decisioni, somministrati al popolo suddito.
Non accettiamo l’ennesimo insulto che ci bolla quali ostacolo alla ricostruzione. Non lo accettiamo e lo rinviamo all’interludico mittente.
I cittadini che si impegnano per cercare di capire le scelte che ci governa compie nel silenzio, da quattro anni, i cittadini che non credono più alle promesse, puntualmente disattese, sono il vero interludio di questa città: vasi di coccio, in mezzo ai vasi di ferro.